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Un pellegrinaggio che non è solo cammino fisico, ma esperienza condivisa di accoglienza, relazione e speranza. È questo il senso del Giubileo delle persone con disabilità, celebrato all’Abbazia di Montecassino e promosso dalla Cooperativa Exodus di Cassino nell’ambito del progetto GiÒ – Giubileo, Inclusione, Opportunità, finanziato dalla Regione Lazio in vista del Giubileo 2025.
Circa cinquanta persone – tra persone con disabilità, familiari, operatori e rappresentanti delle associazioni del territorio – hanno preso parte alla giornata, che si è aperta con l’accoglienza in Abbazia e un momento di incontro e riflessione guidato dall’abate di Montecassino, don Luca Fallica.
Al centro delle sue parole, il tema della speranza, cuore del Giubileo: non un’idea astratta, ma un’esperienza concreta che nasce dalla prossimità e dall’amore. «Non si cammina da soli», ha ricordato l’abate, «ma insieme, sostenuti da relazioni che custodiscono la vita». Un cammino capace di trasformare l’angoscia in fiducia e la fiducia in pace, soprattutto quando viene condiviso.


Un messaggio che ha trovato riscontro nelle testimonianze e nel vissuto dei partecipanti, per i quali il pellegrinaggio giubilare a Montecassino ha rappresentato un segno tangibile di inclusione e appartenenza. «La speranza diventa reale quando una persona sente di avere un posto, di poter partecipare, di essere parte di una comunità», ha sottolineato Luigi Maccaro, responsabile di Exodus Cassino. «È questo il senso del percorso che stiamo costruendo con il progetto GiÒ: creare occasioni vere, non simboliche, di partecipazione per le persone più fragili».
Nel corso dell’incontro è intervenuto anche Gaetano Torcinaro, del Centro Sportivo Italiano, che ha portato la sua esperienza sul valore dello sport come strumento di inclusione. Nel gioco condiviso e nello stare insieme, ha spiegato, lo sport diventa un linguaggio universale capace di unire persone con storie, limiti e fragilità diverse, generando legami e fiducia.
A chiudere la mattinata, l’intervento di Maria Cristina Tubaro, presidente della Consulta per i diritti delle persone con disabilità, che ha richiamato il valore culturale e sociale di iniziative come questa. La speranza, ha ricordato, non è solo un sentimento individuale, ma una forza che permette di costruire una società più giusta e inclusiva, a partire dal riconoscimento reciproco e da una pace che nasce anche dentro le persone.
Il Giubileo delle persone con disabilità celebrato a Montecassino è solo una delle tappe di un calendario di iniziative che proseguirà nei prossimi mesi. Un cammino che conferma il progetto GiÒ come un laboratorio concreto di inclusione e speranza condivisa, capace di parlare al territorio e, insieme, all’intera comunità.




