GIUBILEO

La parola biblica deriva da yobel, il corno del montone con cui, nell’Antico Testamento, veniva annunciato l’evento. Ricorreva ogni 50 anni perché era considerato “l’anno in più” dopo i sette per sette. Va ricordato che il numero sette è ritenuto sacro perché allude alla perfezione. Ricorda i giorni della creazione, i doni dello Spirito Santo, le virtù… Il Giubileo era il momento in cui si ristabilivano i corretti rapporti tra gli uomini, con il creato e con Dio. Perché non ci fossero troppo ricchi o troppo poveri, in questo anno si rimettevano i debiti, si restituivano le terre confiscate, si liberavano gli schiavi, non si seminava e non si raccoglieva, ma si faceva riposare la terra. Il primo Giubileo come lo conosciamo noi è stato indetto da Bonifacio VIII nel 1300. Fino al 1450 si è celebrato ogni 50 anni, poi ogni 25.


PORTA SANTA
Insieme con il pellegrinaggio e l’indulgenza è uno dei tre pilastri del Giubileo. Rimanda alle parole di Gesù: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo». Nell’Antico Testamento, nel Libro di Ezechiele, si afferma che la porta è il luogo attraverso cui l’uomo, passandoci, può incontrare Dio. L’apertura della Porta Santa della basilica di San Pietro segna l’inizio ufficiale del Giubileo (anche se, nell’Anno Santo straordinario dedicato alla misericordia, papa Francesco ha aperto per prima la porta della cattedrale di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana). Dopo quella di San Pietro verranno aperte le Porte Sante delle altre tre basiliche: San Giovanni in Laterano (il 28 dicembre), Santa Maria Maggiore (1° gennaio), San Paolo fuori le mura (5 gennaio). Il 26 dicembre papa Francesco aprirà una Porta Santa anche nel carcere romano di Rebibbia. 
PELLEGRINAGGIO
È uno dei gesti principali dell’Anno Santo. Non c’è Giubileo senza pellegrinaggio. Un cammino, anzi una salita secondo la scrittura ebraica (si saliva a Gerusalemme), che porta l’uomo all’incontro con Dio. Nel nostro vocabolario la parola deriva dal latino per ager che significa “attraverso i campi”, oppure per eger, cioè “passaggio di frontiera”. Il pellegrinaggio, spiega il Dicastero per la nuova evangelizzazione nel suo sito dedicato all’evento, «è un’esperienza di conversione, di cambiamento della propria esistenza per orientarla verso la santità di Dio. Con essa, si fa propria anche l’esperienza di quella parte di umanità che, per vari motivi, è costretta a mettersi in viaggio per cercare un mondo migliore per sé e per la propria famiglia». Nell’Anno Santo, chi può si mette in cammino verso luoghi di culto dove è possibile varcare la Porta Santa e ottenere l’indulgenza.
INDULGENZA
Secondo la dottrina cattolica ci sono, per i peccati commessi, due tipi di pena. Una eterna, che viene rimessa però al peccatore che si confessa, e una temporale, quella che papa Francesco ha definito come «l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri ». Quest’ultima viene cancellata grazie all’intervento della Chiesa mediante l’indulgenza. Per ottenerla occorre confessarsi, partecipare all’Eucaristia e pregare secondo le intenzioni del Papa. La Penitenzieria apostolica ha reso note, inoltre, le varie forme per ottenere la cancellazione dei propri peccati