Il Papa, in aereo, torna a salutare i giornalisti passando di posto in posto. Seppur appoggiato al bastone ci tiene a fare lui un passo verso gli operatori della stampa piuttosto che attenderli, come aveva fatto negli ultimi voli, seduto nella parte davanti del velivolo. Il ginocchio gli fa meno male. Di tanto in tanto abbandona anche il sostegno per stringere mani, benedire, ricevere regali, firmare foto. Una per tutte per la nonna di un giornalista che ha compiuto cento anni. Rafforza il suo sostegno a Wojtyla quando la collega polacca lo ringrazia per aver difeso Giovanni Paolo II: «Hanno fatto una cretineria», commenta. Appena atterrato in Ungheria, per il suo 41esimo viaggio internazionale, viene accolto da due bambini vestiti con gli abiti tradizionali che gli offrono, com’è usanza in questo Paese, il pane e il sale, segno di abbondanza e fecondità. Poi si reca al Palazzo Sándor per la Cerimonia di Benvenuto, la visita di cortesia alla Presidente della Repubblica, Katalin Novak, e l’incontro con il Primo Ministro Viktor Orban. Attesa per il discorso alle autorità.

Intanto, sul libro d'onore, Francesco ha scritto: "Giungo come pellegrino e amico in Ungheria, Paese ricco di storia e di cultura; da Budapest, città di ponti e di santi, penso all’Europa intera e prego perché, unita e solidale, sia anche ai nostri giorni casa di pace e profezia di accoglienza".