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«Lo stretto legame tra religione e potere, che ritenevamo superato dopo l’inaridimento del fenomeno Isis, torna a minacciare il mondo. Lo provano l’imposizione del velo alle donne iraniane e la benedizione dell’invasione dell’Ucraina nella cattedrale ortodossa di San Basilio, a Mosca, sotto lo sguardo vigile del Cremlino». Famiglia Cristiana lancia l’allarme riflettendo su teocrazia e “guerre sante”: lo fa nel numero da domani in edicola con un editoriale di Francesco Miano, filosofo, docente all’Università Federico II di Napoli, dal 2008 al 2014 presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana.


«Trono e altare si ripresentano indissolubilmente uniti». scrive Miano ragionando sui casi di Iran e Russia. «Anche l’Occidente ha conosciuto lo stretto rapporto tra autorità civili e autorità religiose.Scettro e croce sono stati a lungo intrecciati, tanto nel mondo cattolico quanto in quello protestante. Ma la storia insegna che l’uso politico della religione, qualunque essa sia, facilmente conduce al fondamentalismo e a un clima di conflitto e di violenza. Come ben sottolinea la Dichiarazione di Abu Dhabi (4 febbraio 2019) firmata da papa Francesco e dal grande imam di Al Azhar, il sunnita Ahmad Al-Tayyeb, può accadere che si abusi “dell’influenza del sentimento religioso sui cuori degli uomini per portarli a compiere ciò che non ha nulla a che vedere con la verità della religione, per realizzare fini politici e economici”. Le religioni, invece, possono e devono contribuire alla costruzione della pace e della fraternità. In questa direzione va il magistero di papa Francesco e il suo instancabile impegno per la pace. “La violenza - così egli scrive nell’enciclica Fratelli tutti - non trova base alcuna nelle convinzioni religiose fondamentali, bensì nelle loro deformazioni”» .
«In questa stessa direzione», conclude Francesco Miano,. «va anche ogni autentico sforzo della ragione umana che non può non provocare tutti – singoli, comunità, Stati, Chiese - all’accoglienza dell’altro e al dialogo, all’abbattimento dei muri e all’estinzione dell’odio, alla pace e al rispetto di ogni persona e della sua libertà di coscienza, anche quando si hanno convinzioni e fedi diverse».



