Immancabile come ogni estate la televisione torna a programmare i film su Sissi,  interpretati da Romy Schneider. Dopo il primo film, Sissi principessa d’Austria (1955), Sissi - La giovane imperatrice (film del 1956) e Destino di una imperatrice (1958) .  A Sissi sono stati dedicati 28 film e una serie di cartoni animati. Nel 2010 è uscita una miniserie in due puntate con Cristiana Capotondi nei panni della protagonista. Di sicuro la vicenda della principessa (in realtà prima di essere imperatrice era una duchessa) nei film è molto edulcorata rispetto alla vera storia di Elisabetta di Baviera. 
Elisabetta Amalia Eugenia nacque il 24 dicembre 1837 a Monaco di Baviera, quarta dei dieci figli del duca Massimiliano Giuseppe in Baviera e di Ludovica di Baviera. Il padre aveva numerose amanti e figli illegittimi e non si curava dell’educazione dei figli, mentre la madre, cosa insolita per quei tempi, li seguiva personalmente. Trascorrevano parte dell’anno in una tenuta di campagna, e Elisabetta crebbe libera, e lontana dall’etichetta di corte.  A quattordici anni Elisabetta si innamorò per la prima volta di un ragazzo che non fu ritenuto adatto a lei e fu così allontanato dal palazzo dove lavorava come scudiero. Morì poco dopo e Elisabetta si chiuse in se stessa sconvolta dal dolore per il suo amore perduto.  La sorella della madre era l’arciduchessa Sofia, che aveva pensato di far sposare il figlio, l’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria, con una sorella maggiore di Elisabetta, Elena. I due giovani dovevano conoscersi e la madre pensò di portare a Vienna anche Elisabetta per distrarla un po’. Francesco Giuseppe mostrò di preferire Elisabetta, che aveva 16 anni,  e fu concordato il fidanzamento. Per il matrimonio, poiché i due promessi sposi erano primi cugini, ci voleva la dispensa papale. Elisabetta ricevette un’educazione intensiva, poiché la sua preparazione non era adeguata al futuro ruolo di imperatrice.

Fu subito chiaro che la vita di corte non era facile per la giovane sposa, la rigidità delle regole le stava stretta e Elisabetta cominciò a manifestare dei sintomi di malessere fisico, che probabilmente avevano un’origine emotiva. In particolare entrò in contrasto con la suocera, che voleva trasformarla in una nuora perfetta, e che pretese anche di occuparsi della crescita e dell’educazione delle sue due prime figlie, Sofia e Gisella. Elisabetta però cercò di imporsi e pretese che le bambine la seguissero durante i viaggi ufficiali che fece con il marito nelle province dell’impero, Italia e Ungheria, dove si rese conto dell’ostilità nei confronti dei regnanti da parte del popolo, che era però incuriosito dalla sua figura e dalla sua bellezza. Durante il viaggio in Ungheria però Sofia di ammalò e morì a poco più di due anni di età. Tanto fu il senso di colpa, che Elisabetta rinunciò a educare l’altra figlia Gisella. Nel 1858 nacque l’erede al trono, Rodolfo. La salute dell’imperatrice era sempre precaria, tosse, inappetenza, febbri. Nel frattempo l’impero  perse il Lombardo-Veneto dopo la battaglia di Solferino. Un gran numero di feriti fu portato in Austria e l'imperatrice stessa organizzò un ospedale militare nel castello di Laxenburg, poiché i normali ospedali non avevano posti a sufficienza.

Elisabetta  aveva una cura eccessiva per il suo corpo; si sottoponeva a drastiche cure dimagranti, faceva ginnastica e passeggiate di ore, per indossare il corpetto che le conferiva un vitino di vespa impiegava anche un’ora. Era probabilmente affetta da anoressia nervosa, ma fu a causa dei disturbi polmonari che le fu consigliato di cambiare clima e lei letteralmente fuggì a Madeira, lontana dall’odiata corte. E anche dal marito che, come già era successo a suo padre, aveva cominciato ad avere altre donne. Nel 1867 fu incoronata regina d’Ungheria dove si trasferì. Qui nel 1968 nacque l'ultima figlia, Maria Valeria, la prediletta da Elisabetta, che si occupò personalmente della sua educazione. Una tragedia funestò la sua vita nel 1889 quando a Mayerling, figlio Rodolfo  morì suicida dopo aver ucciso l’amante, la baronessa Maria Vetsera. Da quando aveva circa 30 anni Elisabetta non si faceva più ritrarre.  Elisabetta faceva sempre più fatica ad accettare il suo aspetto. Per essere più libera dal marito e allo stesso tempo per attenuare i sensi di colpa per il fatto di trascurarlo - accusa rivoltale per decenni da tutta l'aristocrazia austriaca - gli aveva persino procurato un'amante, Katarina Schratt. La Schratt, attrice del teatro di corte, fu "amica" dell'anziano imperatore per molti decenni, anche dopo la morte di Elisabetta.
Nel settembre 1898 l'imperatrice si recò in incognito a Ginevra e in compagnia di una contessa stava facendo una passeggiata sul lungolago per andare a prendere il battello per Montreux. Fu avvicinata dall'anarchico italiano Luigi Lucheni che teneva una lima nascosta sotto un mazzo di fiori. Con un unico colpo la pugnalò al petto per poi fuggire anche se fu catturato poco dopo. L’imperatrice sentì solo il colpo, ma anche complice lo stretto corpetto, non si accorse della ferita. Raggiunse a piedi il battello ma poi si accasciò  pallidissima.  Il battello tornò indietro, e Elisabetta fu portata in albergo dove morì un’ora dopo senza aver preso conoscenza a causa di una emorragia interna causa dalla coltellata. 
Oggi puoi leggere GRATIS Famiglia Cristiana, Benessere, Credere, Jesus, GBaby e il Giornalino! Per tutto il mese di agosto sarà possibile leggere gratuitamente queste riviste su smartphone, tablet o pc.