Ha scelto una storia con protagonisti dei bambini Claudio Bisio per debuttare alla regia di un film. «Fino a che non mi sono imbattuto nel libro L’ultima volta che siamo stati bambini di non ci avevo mai pensato», spiega l’attore a Famiglia Cristiana in una lunga intervista sul numero da oggi in edicola.  «Ho una casa di produzione, Solea, in società con mia moglie Sandra Bonzi, e sono sempre in cerca di storie.



Questo libro mi ha fulminato, e mi sono subito messo alla ricerca di un regista per produrlo. Ho incassato qualche no e allora i miei collaboratori mi hanno detto: perché non lo dirigi tu? Io, che ho sempre amato recitare e basta e non ho fatto neppure una regia teatrale, all’inizio ho nicchiato, poi mi sono deciso. E ora aspetto con ansia il verdetto del pubblico». Il film, nelle sale dal 12 ottobre, è ambientato a Roma nell’ottobre del 1944, quando avvenne la razzia del ghetto ebraico e furono rastrellati 1023 ebrei deportati nel campo di sterminio di  Auschwitz.. Soltanto 16 di loro sopravvissero. 

 



Il film è la storia di un gruppo di quattro bambini molto amici; quando uno di essi, Riccardo, ebreo, scompare,  e si scopre poi che è salito con i genitori in un treno diretto in Germania, gli altri tre decidono di scappare seguendo i binari della ferrovia per andarlo a salvare. Sulle loro tracce il fratello di uno di loro, un giovane soldato di fede fascista, e la suora di un orfanotrofio. 
L’ultima volta che siamo stati bambini, tratto dall’omonimo libro di Fabio Bartolomei (edizioni e/o) è una 
coproduzione Solea, Bartlebyfilm in associazione con Medusa film in collaborazione con Prime video distribuito da Medusa Film.