PHOTO
Una madre e un figlio si sono trovati davanti alle conseguenze di un delitto irreversibile compiuto per mano del figlio. Improvvisamente tutte le regole della normalità sono svanite e i protagonisti hanno dovuto scegliere come affrontare la responsabilità di quei fatti atroci. Purtroppo l'hanno fatto nel peggiore dei modi, così da aggravare una situazione già disperata. Non so cosa sia passato per la testa della mamma di Mark, probabilmente si sarà illusa di poter cancellare le tracce di quell'evento efferato che decretava la condanna eterna del figlio.
La disperazione accende idee e azioni folli. La giustizia provvederà a ricostruire tutte le dinamiche e ad attribuire a ciascuno la responsabilità dei fatti accaduti. Come genitore e pedagogista mi limito a riflettere sulla posizione dell'adulto di fronte al minore che commette reato. Nel fatto di cronaca analizzato, l'omicida è maggiorenne e quindi responsabile in pieno del delitto compiuto. Ma le cronache ci raccontano ogni giorno di minori accusati di reati più o meno gravi e di genitori pronti a giustificarli o a negare la gravità dei fatti compiuti. Di fronte all'occultamento di cadavere agito dalla mamma di Mark, è naturale prendere le distanze, ma in altre situazioni il presidio del confine tra il bene e il male non ci vede così attenti.
Genitori che si assumono responsabilità al posto dei figli di fronte a una sanzione per guida ad alta velocità, oppure madri e padri che si schierano in difesa del figlio quando i docenti li convocano per una trasgressione a scuola da parte del minore. Succede che adulti banalizzano comportamenti antisociali dei figli circoscrivendoli a scherzi di poco conto e protestando contro eventuali sanzioni.
Al di là di qualsiasi facile giudizio, come mamma, so bene che non c'è niente di più doloroso che vedere un figlio soffrire, qualunque genitore preferirebbe assumersi tutto l'onere di un dolore pur di proteggere un figlio. Crescere, però, significa interiorizzare la differenza tra bene e male. Questa consapevolezza matura anche assumendosi la responsabilità quando si compiono azioni che superano il confine tra ciò che è bene e ciò che è male. Da questa storia assurda e tragica possiamo far nostro il proposito di non concludere mai col male, anche quando questo potrebbe regalarci l'illusione di proteggere i nostri figli.
Foto di copertina, Ansa



