Caro don Stefano, mi è tornato in mente un episodio accaduto molti anni fa a mia sorella al suo primo anno di catechismo, e che lei mi ha sempre raccontato con molto dispiacere. Mia sorella è mancina e un mancino, facendo il segno della croce, lo fa spontaneamente con la sinistra, specularmente ai destrimani, invertendo l’ordine di successione delle spalle toccate. Vedendo questo strano modo di fare il segno della croce, un sacerdote andò su tutte le furie richiamando malamente mia sorella e insegnandole a usare forzatamente la destra per fare questo segno distintivo della nostra fede.

SIMONA ARENGA

Cara Simona, quello che ha vissuto tua sorella ormai molti anni fa oggi, grazie a Dio, non si ripeterebbe né in chiesa né in famiglia, perché figlio di un pregiudizio oggi smentito dalla scienza. L’idea che l’uso della mano sinistra avesse qualcosa di sospetto, se non di patologico, emerge dalla stessa parola “mancino”, che viene dal latino mancus, che significa “chi manca di qualcosa”, “mutilato”; anche “sinistro” si usa generalmente per indicare un incidente, qualcosa di avverso, sfavorevole. Le altre lingue non sono esenti da tale pregiudizio: in inglese “sinistro” viene tradotto con left, che significa anche “lasciato”, “abbandonato”, mentre “destro” si traduce con right (“giusto”, “corretto”, “esatto”). Oggi la scienza ci dice che l’uso della mano destra o sinistra dipende dalla predominanza di un emisfero cerebrale sull’altro: nei mancini prevale il destro e nei destrorsi viceversa. Per questo non si cerca più di contrastare questa tendenza naturale. Nemmeno nel segno della croce. Ne sono dimostrazione il fatto che l’indicazione di usare la mano destra per il segno della croce, presenti nel Messale di Pio V del 1570 (in vigore per quattro secoli) e nel Catechismo di Pio X (del 1908), non è più presente né nei Messali a partire da quello di Paolo VI del 1970, né nel Catechismo del 1992