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Caro don Stefano, sarà perché sono ultrasettantenne, ma mi scopro insofferente e trovo inaccettabile certa pubblicità televisiva. Mi scandalizza la volgarità nei riguardi della donna, che, seduta sul water, fa pubblicità ai pannolini super assorbenti o quel supermercato che pubblicizza la nascita di nuovi prodotti, tenuti in braccio, avvolti in copertine e coccolati come fossero neonati. Non è questa un’offesa alla maternità, ai neonati? Tutto questo mi indigna e lo sento come mancanza di rispetto, di sensibilità, di buon gusto nei confronti delle persone… tanto ora conta solo vendere. Amara conclusione, ma possiamo cambiare… in meglio ovviamente.
STEFANIA B., CADONEGHE (PD)
Cara Stefania, la pubblicità trova sempre nuovi accorgimenti narrativi per colpire la sensibilità e la memoria del pubblico al fine di reclamizzare un prodotto. Uno spot è ormai diventato una “story”, analoga a quelle che si vedono sui social (soprattutto nei video di TikTok o nei Reel di altri canali come YouTube). Nel gareggiare in questo campo i pubblicitari devono agganciarsi, con ben altri mezzi e denari a disposizione, a temi socialmente seri o a scene che sfruculiano nell’intimità. L’importante è impattare la memoria e la sensibilità del consumatore per abilitarlo all’acquisto del prodotto già visto in Tv e, quindi, soddisfare un suo bisogno indotto. Se queste immagini feriscono la nostra sensibilità, esistono due modi per protestare e dissociarsi: cambiare canale e non acquistare quel prodotto.



