Nel 2003 l'emiro del Qatar creò la Qatar Investment Authority (Qia), l'Autorità per gli investimenti del Qatar. Un fondo sovrano che oggi ha in portafoglio tra 40 e 50 miliardi di dollari da usare per cogliere le occasioni migliori offerte dai mercati. La Qia nel 2006 ha creato la Qatar Holding. E la Qatar Holding nel giro di pochi mesi ha acquisito il 40% del Progetto Immobiliare Porta Nuova di Milano, più quattro hotel a cinque stelle, la marina di Porto Cervo e un golf club in Costa Smeralda.
Sono i più sonori squilli di tromba da parte di un fondo sovrano che ha una potenza economica quasi ineguagliabile e che, con il nuovo emiro Tamim bin Hamad al Thani, mostra un forte interesse per il Made in Italy. L'emiro Tamim è salito al trono nell'estate scorsa ed è stato una sorpresa: ha solo 33 anni, è anche capo dell'aviazione militare del Paese, ha saltato ogni ordine dinastico, essendo il quarto figlio del precedente emiro
Hamad bin Khalifa Al Thani, ed è il preferito dell'emira Mozah bint Nasser Al Missned, che guarda caso è a capo della Qia di cui si diceva all'inizio.
La quale Qia, che è già proprietaria dei grandi magazzini Harrod's ed è prima azionista di Tiffany, guarda con grande interesse all'industria italiana del lusso. Il gruppo Valentino è stato acquisito l'anno scorso per la bella cifra di 700 milioni di dollari e le indiscrezioni hanno fin qui fatto i nomi di Versace, Dolce&Gabbana, Missoni, Pomellato... Una cosa è certa: Qatar Holding ha firmato con il Fondo Strategico Italiano (controllato dalla Cassa Depositi e Prestiti) un accordo per una joint venture che avrebbe 2 miliardi di euro da investire nei settori trainanti del Made in Italy.