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Aeroporti chiusi. Trasporti pubblici e traffico privato fermi. Confini bloccati. Punti di passaggio da e per i Territori palestinesi sigillati. Trasmissioni radio e Tv spente. Dal tramonto di stasera al tramonto di domani Israele osserva Yom Kippur, il giorno dell'Espiazione, forse il giorno più santo e solenne dell'anno per gli ebrei, l'ultimo dei dieci Giorni del Pentimento cominciati con la ricorrenza di Rosh haShana.
Trattandosi di Israele, naturalmente nulla è facile. Nemmeno la pacifica osservanza di un precetto religioso. Le autorità hanno dovuto prendere particolari precauzioni nei confronti della spianata del Tempio e di coloro che si recheranno a pregare alla moschea di Al Aqsa per il venerdì dei musulmani. Saranno ammessi alla spianata solo gli uomini di età superiore ai 45 anni e dotati di oernesso di residenza di Gerusalemme, perché durante Rosh haShana una decina di giovani fu arrestata per aver iniziato una sassaiola contro gli ebrei.
Per analoghe ragioni di ordine pubblico sono state avviate trattative con gli esponenti delle comunità cristiane, perché sabato 14 è la festa dell'Esaltazione della Santa Croce, che prevede processioni e liturgie che rischiavano di incrociarsi con la celebrazione e soprattutto con il digiuno previsti per lo Yom Kippur degli ebrei.
Non va nemmeno trascurato il fatto che quest'anno ricorrono i 40 anni della vittoria israeliana nella cosiddetta "Guerra dello Yom Kippur", cominciata nel 1973 proprio con un attacco degli eserciti arabi nel giorno della festa, che quell'anno cadeva però il 6 ottobre.
Tante ragioni, insomma, che non tolgono solennità alla ricorrenza religiosa ma certo la complicano con preoccupazioni tutte terrene e contemporaneee. A queste se ne aggiunge una addirittura stagionale: Israele sta vivendo un'inattesa ondata di calore, con temperature spesso oltre i 40 gradi. Una condizione che, unita al digiuno rituale, ha spinto a rafforzare i presidi sanitari e a costituire unità di rianimazione persino in molte sinagoghe. Molti israeliani, in particolare coloro che vivono a Tel Aviv, potrannno consolarsi con i dati raccolti dal dottor Ilan Levy dell'Istituto di Ingegneria civile e ambientale: gli studi sugli ultimi quindici Yom Kippur mostrano che il fermo totale dovuto alla festività fa calare i livelli di inquinamento anche dell'85%.
Trattandosi di Israele, naturalmente nulla è facile. Nemmeno la pacifica osservanza di un precetto religioso. Le autorità hanno dovuto prendere particolari precauzioni nei confronti della spianata del Tempio e di coloro che si recheranno a pregare alla moschea di Al Aqsa per il venerdì dei musulmani. Saranno ammessi alla spianata solo gli uomini di età superiore ai 45 anni e dotati di oernesso di residenza di Gerusalemme, perché durante Rosh haShana una decina di giovani fu arrestata per aver iniziato una sassaiola contro gli ebrei.
Per analoghe ragioni di ordine pubblico sono state avviate trattative con gli esponenti delle comunità cristiane, perché sabato 14 è la festa dell'Esaltazione della Santa Croce, che prevede processioni e liturgie che rischiavano di incrociarsi con la celebrazione e soprattutto con il digiuno previsti per lo Yom Kippur degli ebrei.
Non va nemmeno trascurato il fatto che quest'anno ricorrono i 40 anni della vittoria israeliana nella cosiddetta "Guerra dello Yom Kippur", cominciata nel 1973 proprio con un attacco degli eserciti arabi nel giorno della festa, che quell'anno cadeva però il 6 ottobre.
Tante ragioni, insomma, che non tolgono solennità alla ricorrenza religiosa ma certo la complicano con preoccupazioni tutte terrene e contemporaneee. A queste se ne aggiunge una addirittura stagionale: Israele sta vivendo un'inattesa ondata di calore, con temperature spesso oltre i 40 gradi. Una condizione che, unita al digiuno rituale, ha spinto a rafforzare i presidi sanitari e a costituire unità di rianimazione persino in molte sinagoghe. Molti israeliani, in particolare coloro che vivono a Tel Aviv, potrannno consolarsi con i dati raccolti dal dottor Ilan Levy dell'Istituto di Ingegneria civile e ambientale: gli studi sugli ultimi quindici Yom Kippur mostrano che il fermo totale dovuto alla festività fa calare i livelli di inquinamento anche dell'85%.



