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Da Gerusalemme -
E' il tramonto alla fine dell'estate, mi sono detto. Che dopo una giornata di luce violenta crolla nella notte dopo pochi minuti di dolcezza. Poi, però, ho ripensato alla mia passeggiata nel quartiere che ruota intorno a Jaffa Street e mi sono reso conto che il tramonto aveva fatto il suo ma io ero andato di strada in strada più a lungo del previsto. Perché la parte bella del quartiere si è espansa, si è allungata sulla collina e allargata sulle sue pendici. Insomma, c'era più roba da vedere e io ero rimasto in strada più a lungo. Per non parlare di Mamilla, il quartierino pieno di luci e di negozi di lusso accanto alle antiche mura. O dei sobborghi della città, che si espandono senza sosta, onda su onda di case e casette bianche. O dell'autostrada tra Gerusalemme e Tel Aviv, sempre più larga, sempre più affollata.
Mamilla è stato costruito in parte su un sito dove un tempo c'era un antico cimitero arabo. E insomma, una cosa con l'altra e mi è spuntato un pensiero: non è che ci stiamo perdendo qualcosa, qui? Non è che la questione non è più, forse da tempo, solo quella "palestinesi contro israeliani" (o viceversa) ma anche quella di un'economia e un modo di vivere ormai globalizzati, che alcune parti del mondo o popoli non vogliono accettare o non sanno gestire, ma che nel frattempo muove e si espande ovunque trovi spazio per farlo?
Mi pare piuttosto evidente che la democrazia o lo "scontro di civiltà" non c'entri nulla. Paesi affatto democratici (la Cina, le monarchie del Golfo) hanno abbracciato un certo stile di vita e infatti non hanno problemi con le democrazie. Non so, è un'idea così. Non ho la risposta, solo la domanda.
E' il tramonto alla fine dell'estate, mi sono detto. Che dopo una giornata di luce violenta crolla nella notte dopo pochi minuti di dolcezza. Poi, però, ho ripensato alla mia passeggiata nel quartiere che ruota intorno a Jaffa Street e mi sono reso conto che il tramonto aveva fatto il suo ma io ero andato di strada in strada più a lungo del previsto. Perché la parte bella del quartiere si è espansa, si è allungata sulla collina e allargata sulle sue pendici. Insomma, c'era più roba da vedere e io ero rimasto in strada più a lungo. Per non parlare di Mamilla, il quartierino pieno di luci e di negozi di lusso accanto alle antiche mura. O dei sobborghi della città, che si espandono senza sosta, onda su onda di case e casette bianche. O dell'autostrada tra Gerusalemme e Tel Aviv, sempre più larga, sempre più affollata.
Mamilla è stato costruito in parte su un sito dove un tempo c'era un antico cimitero arabo. E insomma, una cosa con l'altra e mi è spuntato un pensiero: non è che ci stiamo perdendo qualcosa, qui? Non è che la questione non è più, forse da tempo, solo quella "palestinesi contro israeliani" (o viceversa) ma anche quella di un'economia e un modo di vivere ormai globalizzati, che alcune parti del mondo o popoli non vogliono accettare o non sanno gestire, ma che nel frattempo muove e si espande ovunque trovi spazio per farlo?
Mi pare piuttosto evidente che la democrazia o lo "scontro di civiltà" non c'entri nulla. Paesi affatto democratici (la Cina, le monarchie del Golfo) hanno abbracciato un certo stile di vita e infatti non hanno problemi con le democrazie. Non so, è un'idea così. Non ho la risposta, solo la domanda.



