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Coi contributi previdenziali versati dai lavoratori immigrati nel 2014 si sono pagate 640 mila pensioni italiane, senza parlare del gettito Irpef (che con 6,8 miliardi corrisponde all’8,7% di tutti i contribuenti). E’ il calcolo fatto dai ricercatori della Fondazione Leone Moressa e inserito nell’edizione 2016 del Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione.
Se andiamo a vedere, poi, il Pil che complessivamente hanno prodotto gli oltre 5 milioni di stranieri presenti in Italia, si scopre che con 127 miliardi l’”impresa” migrante nel suo complesso si attesterebbe appena sotto la Fiat e diventerebbe la 25° azienda al mondo per fatturato, nientemeno che davanti a un colosso del calibro della General Electric (125,3 miliardi di euro).
Il confronto occupazionale con gli italiani evidenzia altri aspetti economici positivi: anzitutto l’incidenza degli occupati sulla popolazione totale che per quanto riguarda i “nuovi italiani” è superiore: 47% degli stranieri rispetto al 46% degli italiani, essendo i migranti prevalentemente in età lavorativa. I pensionati stranieri, di converso, sono solo 100 mila sul totale di otre 16 milioni in Italia.


Il che significa molti contributi previdenziali (10,9 miliardi). In aumento, nonostante la crisi, c’è pure il numero di imprese aperte: 656 mila sono gli imprenditori immigrati (in primis provenienti da Marocco, Cina e Romania), altre 550 mila sono le imprese a conduzione straniera (il 9,1 del totale italiano). Dal 2011 al 2015 sono aumentate del 21,3%. Il primo settore per occupazione e aziende è quello dei servizi (50,7%) soprattutto nel comparto della ristorazione. Rispetto ai costi, infine, la “nuova Italia” pesa solo per il 2% della spesa pubblica, ed è dovuta principalmente a costi del welfare e della sicurezza.
Sono questi solo alcuni dei dati, messi a disposizione dalla Fondazione Moressa, che dimostrano i benefici economico-fiscali apportato dalla presenza straniera in Italia, vera risorsa sommersa per tutto il Paese. Il Rapporto si basa su fonti statistiche ufficiali nazionali ed europee. Il comitato scientifico della Fondazione, nata nel 2002 su iniziativa della Cgia di Mestre, che coordina la ricerca è composto da Stefano Solari, Luciano Pilotti e Andrea Ganzaroli.



