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Un surfista cavalca l'onda Cardiff State Beach, Encinitas, proprio dietro l'albero di Natale, il 4 dicembre scorso in California.
Tempo di allestire come da tradizione l’albero di Natale del Papa, quello compreso quello che accompagnerà il presepe in piazza San Pietro: si tratta di un abete rosso, di 25 metri donato dalla Val d’Ultimo, in provincia di Bolzano, tagliato alle cinque di e inviato a Roma. Altri 40 alberi più piccoli addobbati rallegreranno gli uffici e i palazzi della Santa Sede.
«L’albero rimarrà esposto fino alla conclusione del Tempo di Natale. Al termine, dai rami verdi dell’abete verranno ricavati degli oli essenziali dalla ditta austriaca Wilder Naturprodukte, mentre il resto del legno «verrà donato a un’associazione benefica per il recupero ai fini del rispetto del creato».
Nella scelta dell’albero, ha precisato il Governatorato della Santa Sede, « il servizio di custodia forestale ha operato una selezione ispirata al rispetto della sostenibilità, individuando alberi più maturi, il cui prelievo rappresenta un naturale ricambio».
Sul tema dell’ecologia dell’albero di Natale al momento dell’arrivo dell’abete, rispondendo a un’intervista dei media vaticani era intervenuto il Vescovo di Bolzano Bressanone, Monsignor Ivo Muser, spiegando che: Il taglio dell’albero in sé non è un atto irrispettoso dell’ambiente «ma il frutto di una gestione forestale oculata, dove il prelievo è parte di una cura attiva che garantisce la salute del bosco e tiene sotto controllo la sua crescita. Dall’altro lato in Alto Adige, la riforestazione non è un semplice progetto, ma una pratica consolidata e un pilastro della gestione forestale sostenibile, dove per ogni albero tagliato se ne piantano nuovi, garantendo boschi sani e resilienti per le generazioni future».


La precisazione si presta a introdurre il tema della sostenibilità dell’albero di Natale. Se è vero come sottolinea dolomiti.it che «normalmente gli abeti di Natale non arrivano direttamente dal bosco, ma da aree aperte, dove gli alberi possono sviluppare al meglio la loro chioma crescendo in aree con luce uniforme e poca o nulla competizione con altre piante», è vero che «il prelievo di un singolo abete tante volte dipinto come simbolo negativo va contestualizzato all’interno di un ambito territoriale dove decine di migliaia di alberi vengono prelevati ogni anno per gestire attivamente la foresta in modo da produrre legno e altri servizi ecosistemici. Una gestione sostenibile dove il prelievo, nel suo complesso, è sempre inferiore a quanto il bosco cresce. Una gestione attuata attraverso regolamenti, piani e scelte di esperti. Un’attività quindi positiva nel suo complesso, che bilancia esigenze umane e conservazione ambientale».
Vero o artificiale? Il tema è stato affrontato da diversi studi e la risposta non è immediata come potrebbe sembrare, perché richiede di tenere conto di diversi fattori sui piatti della bilancia.
Secondo PEFC Italia un’associazione senza fini di lucro che costituisce l’organo di governo nazionale del sistema di certificazione PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), cioè il Programma di Valutazione degli schemi di certificazione forestale, l’albero naturale si conferma la scelta più a patto che si scelgano gli alberi con coscienza, tenendo conto di cinque criteri.
PROVENIENZA - Più è vicino al luogo di coltivazione o al bosco dal quale è stato prelevato, minore sarà l’impatto sull’ambiente per il trasporto. L’etichetta, presente sull’albero o sul cimale, che riporta la provenienza, la nazionalità, l’età dell’albero e la non destinazione per il rimboschimento (per evitare mescolanze genetiche e quindi danni agli abeti autoctoni). Secondo Coldiretti, gli abeti italiani disponibili sul mercato in occasione del Natale derivano per il 90% da coltivazioni vivaistiche specializzate gestite da piccole aziende agricole italiane del territorio rurale. Il restante 10% (i cosiddetti cimali o punte di abete o giovani piante destinate al taglio), deriva ad esempio da normali pratiche di gestione forestale di diradamento, indispensabili per lo sviluppo delle foreste.
CERTIFICAZIONE - Il logo di certificazione PEFC in etichetta è garanzia di trasparenza, tracciabilità, legalità e rispetto per l’ambiente. Inoltre, scegliere prodotti di aziende certificate vuol dire rafforzare un circolo virtuoso, contribuendo a modificare le scelte imprenditoriali delle aziende della filiera bosco-legno.
PRIMA DI ACQUISTARE L’ALBERO – Verificare che sia adatto agli spazi, perché fuori dall’ambiente domestico sembra sempre più piccolo e potrebbe e attendere qualche giorno prima di addobbarlo perché si adatti.
COME CURARE L’ALBERO VERO IN CASA - Sistemarlo in un luogo luminoso, lontano da fonti di calore, ma anche da correnti d’aria. Se è in vaso e ha radici va innaffiato, non va coperto con spray colorati e di neve finta e per una migliore ecologia può essere addobbato con decorazioni fai da te in materiali di recupero.


COSA FARE QUANDO FINISCONO LE FESTE - Gli alberi recisi o in vaso che non vogliono essere tenuti per gli anni successivi, dovranno essere smaltiti in modo corretto: portandoli nelle isole ecologiche, saranno trasformati in compost, utile alla crescita di nuove piante. Piantare nuovamente gli alberi dei vasi in bosco è invece una scelta sbagliata: se l’abete non fa parte dei boschi naturali di pianura/collina, è ecologicamente una pianta “alloctona”, cioé estranea al contesto ambientale. Ove possibile, meglio scegliere il giardino di casa, con la raccomandazione di non posizionare gli alberi troppo vicino agli edifici, visto che tendono a crescere rapidamente.
A PATTO CHE...
Secondo Geopop che ha preso come riferimento lo studio di WAP Sustainability Consulting pubblicato nel 2018, però, sulla scelta naturale/artificiale pesano tre aspetti: il tempo di utilizzo dell’albero, quello sintetico dura di più, quello naturale si sostituisce ogni anno; le emissioni di gas serra, l’utilizzo di acqua, l’impatto inquinante dello smaltimento.
Alla fine le conclusioni possono anche essere controintuitive: la sostenibilità può anche andare a favore dell’albero artificiale, ma solo a patto che venga utilizzato per un periodo che va dai 9 ai 20 anni, perché diversamente è meglio affidarsi ad alberi naturali.









