Da Dnipro il sacerdote salesiano continua a raggiungere i villaggi sul fronte. Come Verkhniokamianske, paese circondato su tre lati dalle truppe russe: "Lì sono rimasti solo 14 abitanti, tutti anziani. Non vogliono andarsene, vogliono morire nella loro casa". E osserva: "L'andamento della guerra dipende dal sostegno del mondo. Per noi saranno decisive le elezioni europee e quelle negli Stati Uniti".

Lisa, 22 anni, è laureata in Lingue, lavora come interprete in campo umanitario e, all'inizio della guerra, ha scelto di restare nella sua città, nell'Est dell'Ucraina. "Unione europea vuol dire condivisione di esperienze, collaborazione, aiuto reciproco. E noi vogliamo fare parte di tutto questo. Non vogliamo più essere considerati una ex repubblica sovietica, ma uno Stato che preserva la sua cultura e i suoi valori"

Il 24 febbraio ricorrono due anni dall'invasione russa e l'inizio di un conflitto sanguinoso che non conosce fine. Nella zona di Dnipro e in altre regioni del Paese l'organizzazione umanitaria Intersos, in prima linea nelle emergenze, porta avanti un programma di protezione, sostenuto dall'Unione europea, e assiste le persone disabili, gli anziani, le donne con bambini, gli sfollati, coloro che pagano il prezzo più alto della guerra

I continui combattimenti costringono ad aggiornare di giorno in giorno l'elenco di morti, feriti, mutilati, dispersi e profughi. I recenti bombardamenti russi secondo la Bbc hanno causato 23 vittime a Uman e 2 a Dnipro. Un nuovo allarmante report dell'Unhcr: "non si trascurino i bisogni dei rifugiati anziani e disabili". Sul numero in edicola di Famiglia Cristiana il reportage della nostra inviata Giulia Cerqueti sul fronte di Zaporižžja

Incidente o atto di guerra? Ancora incerte le cause del disastro accaduto presso la capitale, che ha provocato 18 morti e 29 feriti. Coinvolti anche i bambini di un asilo

Il sacerdote salesiano don Oleh Ladnyuk, professore di Storia alle medie e alle superiori in una scuola della città dell'Est, oggi ha cercato di rispondere agli interrogativi, e anche alle paure, dei suoi alunni discutendo con loro le dichiarazioni del presidente russo sulla loro nazione

Nei territori separatisti gli attacchi si intensificano e sale la tensione con la Russia. "I ragazzi qui vivono in stato di conflitto da otto anni, per loro è la normalità", spiega il sacerdote salesiano che risiede a Dnipro, città confinante con Donetsk, e segue i giovani delle parrocchie greco-cattoliche nei villaggi vicini al fronte. "Certo che abbiamo paura, ma siamo stanchi"