Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 23 gennaio 2025
 
L'intesa
 

Accordo migranti Italia-Albania, "esternalizzazione" dei migranti?

07/11/2023  Al momento è solo un protocollo di intesa, ma servirà una legge. L'Europa è informata e si raccomanda il rispetto delle norme del diritto comunitario e internazionale

Al momento è un’intesa politica resa nota a voce, con una firma su un protocollo, ma se l’accordo Italia-Albania per la gestione del flusso dei migranti vorrà acquisire operatività avrà bisogno di una legge e di una ratifica.

È stato annunciato come un accordo «sostanzialmente chiuso a Ferragosto» ma reso noto il 6 novembre 2023 nel corso dell’incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il premier albanese Edi Rama a Palazzo Chigi. 

Con l’obiettivo dichiarato di alleggerire l’hotspot di Lampedusa, l’accordo si propone di fare in modo che dalla primavera del 2024, i migranti tratti in salvo da navi italiane (marina militare e Guardia di Finanza non Ong) nel Mediterraneo siano trasferiti in due centri da costruire sul territorio albanese a spese dell’Italia e sotto la giurisdizione italiana, ma con la collaborazione dell'Albania per sicurezza e sorveglianza. Secondo le intenzioni, l'Italia userà il porto albanese di Shengjin, alla latitudine di Bari, e l'area di Gjader, 20 chilometri nell'entroterra, per realizzare due strutture: una di ingresso, per le procedure di sbarco e identificazione; e una di accoglienza temporanea degli immigrati salvati in mare, sul modello dei Cpr. L’accordo non riguarda: «Minori, donne in gravidanza e altri soggetti vulnerabili», ha precisato Meloni. Il protocollo non si applica agli immigrati che giungono sulle coste e sul territorio italiani ma a quelli salvati nel Mediterraneo da navi italiane. «Nei due centri», secondo quanto riferito dalla presidente del Consiglio, i migranti staranno «il tempo necessario per le procedure. Una volta a regime, ci potrà essere un flusso annuale di 36-39 mila persone».

Una portavoce della Commissione Europea, interpellata dall’Ansa, ha chiarito: «Siamo a conoscenza dell'accordo operativo tra le autorità italiane e albanesi: ne siamo stati informati, ma non abbiamo ancora ricevuto informazioni dettagliate. Ci risulta che questo accordo operativo debba ancora essere tradotto in legge dall'Italia e ulteriormente implementato. È importante che qualsiasi intesa di questo tipo sia nel pieno rispetto del diritto comunitario e internazionale». L’iniziativa che trova il sostegno nella maggioranza, è stata oggetti di critica politica anche aspra da parte delle opposizioni, c’è chi ha parlato di spot e chi di “esternalizzazione” dei migranti.

Il dubbio da più parti sollevato è che l’accordo possa entrare in rotta di collisione con le norme del diritto internazionale in tema di respingimenti e che possa esporre l’Italia a procedura di infrazione, ma finché non esiste un testo, come ha sottolineato anche l’Europa ogni considerazione strettamente giuridica è prematura.

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo