Virna Lisi premiata a Roma nel 2010.
La telefonata è a rischio, perché Virna Lisi non sta tanto bene. Lei risponde al primo squillo, con voce pimpante: «Non ho mai avuto la febbre in vita mia e ho, invece, passato diversi giorni con 39 e mezzo. Vabbè, ora va meglio».
L’attrice è molto contenta di parlare della sua nuova fiction, Madre, aiutami, in onda dal 24 gennaio su Rai 1. Interpreta suor Germana, una religiosa che, dopo aver trascorso trent’anni da mis-sionaria in Africa, è tornata a Roma. Ma proprio nella sua missione cinque giovani consorelle vengono trucidate e lei si sente responsabile dell’accaduto. «La mia suor Germana non è ispirata a una persona reale, ma alle tante religiose che, spesso a rischio della vita, dedicano la loro esistenza ai più poveri», spiega l’attrice. «Suor Germana non sta ferma un attimo. Ha sempre le scarpe impolverate, i calzini arrotolati per stare più comoda e la borsa a tracolla. Andrebbe d’accordo con papa Francesco». Aggiunge che girare questa fiction è stato molto faticoso: «Ma è colpa mia, perché scelgo sempre ruoli drammatici e impegnativi. Mi piacerebbe recitare in una bella commedia, ma in Italia sono pochi i registi davvero capaci in questo genere. Il più bravo? Paolo Virzì».
Non a caso il regista che più di ogni altro ha raccolto l’eredità dei maestri della commedia all’italiana con cui la Lisi ha lavorato, come Mario Monicelli, Dino Risi e Luigi Comencini.
Ma ce n’è uno che l’attrice porta nel cuore: Pietro Germi, con cui nel 1966 girò Signore e signori che poi trionfò a Cannes: «Mentre giravamo, credo che mi abbia rivolto la parola in tutto dieci volte, però ci intendevamo benissimo. Mi guardava da dietro la macchina da presa, mi faceva segno di no con l’indice e io capivo cosa avevo sbagliato».
QUANDO LA CHIAMÒ HOLLYWOOD. E dire che il ruolo della commessa Elena all’inizio non voleva accettarlo: «Quando ho letto il copione, mi sembrava una povera deficiente che vedeva tutto in rosa. Fu Germi a convincermi a fare almeno un provino. E quando lo vidi, accettai all’istante». In quel periodo l’attrice aveva già girato Come uccidere vostra moglie accanto a Jack Lemmon. Hollywood l’aveva chiamata per farne la nuova Marilyn Monroe con un contratto principesco e l’operazione sembrava riuscire. Ma lei girò solo altri due film e poi tornò in Italia. «Mi proposero di girare Barbarella, ma a me non andava di girare con le ali d’argento. Poi è stato il film che ha lanciato Jane Fonda, mentre io ho dovuto lavorare sette anni per pagare la penale per aver rotto il contratto. Ma non me ne sono mai pentita».
Il viso d’angelo, insomma, nascondeva un bel caratterino, che tirò fuori già a scuola. «Andavo malissimo perché ero un’aizzapopolo: ogni mese organizzavo uno sciopero per qualcosa e convincevo i miei compagni a uscire dalla classe. Per mia fortuna, a 14 anni ho iniziato a lavorare. E un giorno sono tornata a scuola, sono entrata come una furia dalla preside e le ho fatto una pernacchia. Ma le ho fatto un favore, perché gliene avevo combinate talmente tante che non vedeva l’ora che me ne andassi».
La popolarità arrivò grazie allo spot di un dentifricio, che si concludeva con uno slogan che ha fatto epoca: «Con quella bocca, può dire ciò che vuole». Talmente celebre che di recente Massimo D’Alema l’ha rispolverato per attaccare Matteo Renzi. La Lisi, divertita, rivela: «Il giorno dopo Renzi mi ha mandato un bel mazzo di fiori. È stato molto carino, ma è stato carino anche D’Alema a ricordarsi di me».
Sempre a proposito di rivelazioni, l’attrice ricorda l’origine del suo nome: «Virna fu inventato da mio padre sul momento, quando andò a registrarmi. Solo in seguito abbiamo scoperto che esisteva davvero, è un nome russo che significa fedeltà e mi piace molto. So che in giro ci sono parecchie Virne, perché dopo che girai in Tv lo sceneggiato La tragedia americana molti genitori scelsero di chiamare le loro figlie come me».
Quando non lavora, oltre a dedicarsi al suo orto («ma ora, con la brutta stagione lo sto trascurando»), l’attrice si diverte un mondo a fare la nonna con i tre nipotini, Franco, Federico e Riccardo. Il primo si chiama come suo marito, che è scomparso lo scorso settembre. Sono stati sposati per 53 anni. La voce dell’attrice si incrina: «La prego, non mi chieda niente su mio marito, perché solo a parlare di lui mi viene da piangere».
SEMPRE PRONTA PER I NIPOTI. Torniamo allora a parlare dei nipoti. «Riccardo è il più piccolo e anche il più scatenato. Mi rigira come vuole e mi sta bene così. Adesso è diventato più difficile stare con loro, anche se viviamo vicini. Sono sempre occupati i ragazzi di oggi, tra compiti, sport e mille attività. Ma la nonna per loro c’è sempre. Ogni mattina alle 7.45 do loro un bacio prima che vadano a scuola, perché così faceva mio marito e così continuo a fare io».
Il tempo per fare la nonna è poco, anche perché a 77 anni l’attrice è attivissima. «Sto per iniziare due lavori, tra cui un film di Cristina Comencini. Si chiamerà Latin lover e sarò la moglie del protagonista. Sarà un film molto divertente. Ora che ci penso: ho già trovato una commedia intelligente da interpretare. La stanchezza? Se la sentissi, starei con le mie amiche che si ritrovano per prendere il tè e giocare a carte. Ma faccio questo lavoro da quando avevo 14 anni, non riesco a immaginare la mia vita senza».