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mercoledì 22 gennaio 2025
 
l'angelus
 

«Alzare lo sguardo verso l’alto per superare la tristezza e ritrovare la pace»

01/12/2024  È un appello alla pace, l’ennesimo, quello di papa Francesco nella prima domenica di Avvento durante l’Angelus. «La guerra è un orrore, la guerra offende Dio e l’umanità». La pace «non è una responsabilità di pochi ma di tutti»

Il dolore per la guerra e l’appello alla pace sono al centro dell’Angelus di papa Francesco nella prima domenica di Avvento. «Nei giorni scorsi» commenta Bergoglio «è stato commemorato il 40esimo anniversario del trattato di pace e di amicizia tra Argentina e Cile. Con la mediazione della Santa Sede pose fine a un conflitto territoriale che aveva portato Argentina e Cile sull’orlo della guerra. Questo dimostra quanto, se si rinuncia al gusto delle armi e si fa il dialogo, si fa un buon camino».

E ancora: «Mi rallegro per il cessate il fuoco che è stato raggiunto nei giorni scorsi in Libano e auspico che esso possa essere rispettato da tutte le parti permettendo così alla popolazione della regione interessate nel conflitto (libanese e israeliana) di tornare presto anche a casa anche con l’aiuto prezioso dell’esercito libanese e delle forze di pace delle Nazioni unite. Rivolgo un pressante invito a tutti i politici libanesi affinché venga eletto subito il presidente della Repubblica e le istituzioni ritrovino il loro normale funzionamento per procedere alle necessarie riforme e assicurare il Paese sul ruolo dell’esempio di convivenza pacifica tra le differenti religioni.   

La mia speranza che lo spiraglio di pace che si è aperto possa portare al cessate il fuoco su  tutti gli altri fronti, soprattutto a Gaza. Ho molto a cuore la liberazione degli israeliani che ancora sono tenuti in ostaggio e l’accesso degli aiuti umanitari alla popolazione palestinese stremata».

Una preghiera anche per la Siria: «Preghiamo per la Siria dove purtroppo la guerra si è riaccesa causando molte vittime. Sono molto vicino alla Chiesa in Siria, preghiamo».

E un pensiero addolorato per la vicina Ucraina: «Esprimo la mia preoccupazione e il mio dolore per il conflitto che continua a insanguinare la martoriata Ucraina, assistiamo da quasi due anni a una tremenda sequenza di morti, feriti, violenze e distruzioni. I bambini, le donne, gli anziani, le persone deboli sono le prime vittime. La guerra è un orrore, la guerra offende Dio e l’umanità. La guerra non risparmia nessuno, la guerra è sempre una sconfitta per l’umanità intera. Pensiamo che l’inverno è alle porte. Rischia di esacerbare le condizioni di milioni di sfollati. Saranno mesi difficilissimi per loro. La concomitanza di guerra e freddo è tragica».

Infine un appello: «Rivolgo ancora una volta il mio appello alla comunità interazione e a ogni uomo e donna di buona volontà affinché di adoperino in ogni modo per fermare la guerra e far prevalere dialogo, fraternità e riconciliazione. Si moltiplichi a ogni livello un rinnovato impegno. Mentre ci prepariamo al Natale e attendiamo la nascita del Re della pace si dia a queste popolazioni una speranza concreta. La ricerca della pace è responsabilità non di pochi, ma di tutti. Se prevalgono assuefazione e indifferenza verso gli orrori della guerra tutta la famiglia umana è sconfitta. Non stanchiamoci di pregare per quella popolazione sicuramente provate e implorare da Dio il dono della pace».

Tra i saluti, un pensiero a Valencia «e a come sta soffrendo». E un augurio «Buon inizio di Avvento».

Le parole del Papa alla recita dell'Angelus

Cari fratelli e sorelle, buona domenica! Il Vangelo della liturgia di oggi, prima domenica di Avvento, ci parla di sconvolgimenti cosmici e di ansia e paura nell’umanità. In questo contesto Gesù rivolge ai suoi discepoli una parola di speranza: «Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina» (v. 28). La preoccupazione del Maestro è che non si appesantiscano i loro cuori (cfr v. 34) e che attendano con vigilanza la venuta del Figlio dell’uomo. L’invito di Gesù è questo: alzare il capo verso l’alto e tenere il cuore leggero e sveglio. In effetti, molti contemporanei di Gesù, di fronte agli eventi catastrofici che vedono accadere attorno a sé – persecuzioni, conflitti, calamità naturali –, sono presi dall’angoscia e pensano che stia per arrivare la fine del mondo. Hanno il cuore appesantito dalla paura. Gesù, però, vuole liberarli dalle angustie presenti e dalle false convinzioni, indicando come stare svegli nel cuore, come leggere gli eventi a partire dal progetto di Dio, che opera la salvezza anche dentro le vicende più drammatiche della storia. Per questo suggerisce loro di volgere lo sguardo verso il Cielo per comprendere le cose della terra: «Risollevatevi e alzate il capo». Fratelli e sorelle, anche per noi è importante la raccomandazione di Gesù: «Che i vostri cuori non si appesantiscano».

 

Tutti noi, in tanti momenti della vita, ci chiediamo: come fare per avere un cuore “leggero”, sveglio e libero? Un cuore che non si lascia schiacciare dalla tristezza? Può succedere, infatti, che le ansie, le paure e gli affanni per la nostra vita personale o per quanto accade anche oggi nel mondo, gravino come macigni su di noi e ci gettino nello scoraggiamento. Se le preoccupazioni appesantiscono il cuore e ci inducono a chiuderci in noi stessi, Gesù invece ci invita ad alzare il capo, a confidare nel suo amore che ci vuole salvare e che si fa vicino in ogni situazione della nostra esistenza, a fare spazio a Lui per ritrovare la speranza. E, allora, chiediamoci: il mio cuore è appesantito dalla paura, dalle preoccupazioni, dalle ansie per il futuro? So guardare agli eventi quotidiani e alle vicende della storia con gli occhi di Dio, nella preghiera, con un orizzonte più ampio? Oppure mi lascio prendere dallo sconforto? Questo tempo di Avvento sia un’occasione preziosa per alzare lo sguardo verso di Lui, che alleggerisce il cuore e ci sostiene nel cammino. Invochiamo ora la Vergine Maria, che anche nei momenti di prova è stata pronta ad accogliere il progetto di Dio.

Foto Vatican Meda

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