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lunedì 07 ottobre 2024
 
verso le elezioni
 

Biden e Trump hanno in tasca la nomination

13/03/2024  I due leader hanno raggiunto il numero di delegati sufficiente per avere la certezza che saranno loro a sfidarsi per la Casa Bianca. In estate i raduni dei repubblicani e dei democratici. Il voto sarà il 5 novembre

Joe Biden e Donald Trump si sono aggiudicati matematicamente la nomination per sfidarsi nuovamente per la conquista della Casa Bianca. Dopo le ultime elezioni primarie entrambi i candidati hanno raggiunto il numero di delegati sufficiente per ottenere la consacrazione da parte dei rispettivi partiti. Questa avverrà in estate, nelle convention previste  a Milwaukee dal 15 al 18 luglio (repubblicani) e a Chicago dal 19 al 22 agosto (partito democratico).

Così gli americani e il mondo rivedranno, tenendo il fiato sospeso, lo stesso film del novembre 2019, quando vinse Biden. Una vittoria mai riconosciuta da Trump e da una grande parte della popolazione americana seguace del palazzinaro di New York eletto presidente nel novembre del 2016, allora contro Hillary Clinton.

La doppia sfida fra Biden e Trump ha un precedente. Nel 1952 e nel 1956 si sfidarono per la presidenza degli Stati Uniti Dwight Eisenhower (repubblicano) e Adlai Stevenson (democratico). In entrambi i casi vinse nettamente l’ex generale diventato statista.

Nel 1956 Eisenhower aveva 66 anni. Oggi Biden ne ha 81 e il suo rivale 77. Il tema dell’anzianità fra i due sfidanti non è secondario. Pesa soprattutto per Biden, il quale non sempre appare pienamente lucido. Biden, eletto al Senato nel 1972, è stato una figura pubblica per mezzo secolo e, se rieletto presidente, avrebbe 86 anni alla fine del suo secondo mandato. Al di lai dei nomi emerge l’immagine di un Paese dominato dalla gerontocrazia, poco in sintonia con la popolazione più giovane. I sondaggi dimostrano che tanti americani avrebbero preferiti una sfida fra due candidati diversi, nuovi e più giovani.

Biden ha dichiarato martedì sera di essere «onorato» che gli elettori abbiano appoggiato la sua candidatura alla rielezione «in un momento in cui la minaccia che Trump rappresenta è più grande che mai». Citando le tendenze economiche positive, Biden ha affermato che gli Stati Uniti sono «nel bel mezzo di una rimonta, ma devono affrontare sfide per il loro futuro come democrazia, nonché da parte di coloro che cercano di approvare restrizioni sull'aborto e tagliare i programmi sociali. Credo che il popolo americano sceglierà di farci andare avanti nel futuro», ha dichiarato ancora il presidente in carica.

«La sfida più grande per Biden è il consolidamento della base», ha detto al Washington Post lo stratega democratico Joel Payne. «Ovviamente, Biden farà un'opera di sensibilizzazione piuttosto robusta verso i moderati e i repubblicani, ma la prima cosa che deve fare è consolidare la sua base».

Negli ultimi discorsi Trump si è concentrato soprattutto sul confine tra Stati Uniti e Messico, promettendo di avviare «la più grande operazione di deportazione interna della storia americana» e parlando in termini apocalittici di un aumento dell'immigrazione senza documenti. «Metterò fine all'agonia del nostro popolo, al saccheggio delle nostre città, alla violazione dei nostri cittadini e alla conquista del nostro Paese», ha detto Trump durante il suo comizio in Georgia lo scorso fine settimana. «Queste persone stanno conquistando il nostro Paese».

Questi toni non promettono nulla di buono per una campagna che annuncia lunga e aspra. E il contesto internazionale, con le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, avrà il suo peso.

 
 
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