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La volontà di Dio passa per il tuo Desiderio

06/08/2020  Questo volere è per noi il massimo bene, è il compimento nuziale della nostra esistenza. La riflessione del teologo Robert Cheaib

So di fare un’affermazione pericolosissima, ma non sono solo io a farla. C’è tutta una tradizione spirituale cristiana che lo sostiene: «La volontà di Dio passa per il tuo Desiderio». Ciò detto, sottolineo la pericolosità dell’affermazione e la conseguente necessità di chiarirla.

Il primo equivoco da smontare è quello della “legge dell’attrazione”, che sostiene che ciò che credi e desideri veramente, sia esso bene o male, ti viene incontro e/o ti accade. Mettiamo subito le cose in chiaro: la mia affermazione di cui sopra non ha nulla a che fare con la “legge dell’attrazione”! Di che si tratta allora? Si tratta di qualcosa di molto più tangibile e basilare.

Cerchiamo di capirlo alla luce dell’insegnamento dei padri del deserto. Per gli asceti cristiani dell’antichità, la volontà di Dio per l’uomo nasce dal Suo desiderio (thélema) riguardo all’uomo e dal Suo amore per la creatura fatta a sua immagine e somiglianza. Questo volere non è un arbitrio divino sull’uomo, ma un volere-bene per l’uomo, un voler bene che culmina nell’unione dell’uomo con il Sommo Bene che è Dio stesso. In altri termini: la volontà di Dio per noi è il massimo bene, è l’autodonazione a Dio, il compimento nuziale della nostra esistenza. Questa volontà di Dio ha il suo corrispettivo speculare nel cuore dell’uomo. I medievali lo chiamano: desiderium naturale videndi Deum (un desiderio naturale di vedere Dio). Dentro di noi c’è un anelito che aspira a Dio e che si esprime in modo celato in ogni nostro volere e in ogni nostro desiderio.

L’obiezione – prevedibilissima – allora sarebbe: ma se ho dentro di me il desiderio di Dio, allora tutto ciò che desidero è volontà di Dio? A volte mi viene il desiderio di tagliare le orecchie al mio vicino che mette la musica a palla in orari improponibili. Questo desiderio è volontà di Dio? Naturalmente no. Infatti i maestri spirituali ci insegnano che – purtroppo – il nostro desiderio è coperto dalle ceneri dei nostri desideri disordinati.

E tutta l’ascesi del discernimento passa proprio tramite la distinzione tra desideri e.meri e Desiderio profondo (non a caso, dall’inizio di quest’articolo l’ho scritto rigorosamente con la maiuscola). Di questa separazione tra grano e pula parleremo la prossima volta. Per questa volta abbracciamo questa verità: che il desiderio in noi non è solo concupiscenza o tendenza al male, ma che può essere una bussola che ci indica il polo di Dio.

Inviate le vostre domande a lettori.credere@stpauls.it

 
 
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