È ancora scontro tra Italia e Francia sul tema incandescente dei migranti. Ad accendere la miccia questa volta sono state le parole di Stephane Séjourné, segretario generale di Renaissance, il partito del presidente Emmanuel Macron.
Secondo quanto riporta il quotidiano francese conservatore Le Figaro, il politico francese ha accusato Giorgia Meloni con queste parole: "fa molta demagogia sull’immigrazione irregolare: la sua politica è ingiusta, inumana e inefficace".
"L'estrema destra francese prende a modello l'estrema destra italiana. Dobbiamo denunciare la loro incompetenza e la loro impotenza", ha aggiunto Séjourné.
Sejourné non è un esponente di governo, ma è un politico molto vicino al presidente della Repubblica francese. Sejourné è un sostenitore di Macron da un decennio e quando è stato eletto presidente Macron lo ha nominato consigliere politico della presidenza. Dal 2019 Sejourné è parlamentare europeo e dal 2021 è capogruppo di Renew Europe. Anche il suo partner, Gabriel Attal, attuale ministro delegato dei conti pubblici della Repubblica francese, è molto vicino a Macron.
Nei giorni scorsi il governo francese, anche con una dichiarazione del portavoce Olivier Véran, aveva cercato di ricucire lo strappo creato in seguito alle dichiarazioni del ministro dell'Interno Gerald Darmanin, che aveva definito Giorgia Meloni "incapace" di gestire la politica migratoria del Paese. Quelle parole avevano spinto il ministro degli Esteri AntonioTajani a cancellare una visita a Parigi in cui avrebbe dovuto incontrare la sua omologa, Catherine Colonna, già ambasciatrice francese in Italia.
Giorgia Meloni, in visita nella Repubblica Ceca replica: "Io credo che si utilizzi la politica degli altri governi per regolare i conti interni. Non mi sembra una cosa ideale sul piano della politica e del galateo, però ognuno fa le scelte che vuol fare". “Toni inaccettabili e offensivi. La Francia non può dare lezioni a nessuno. Portino rispetto al governo italiano”, ha reagito su Twitter Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture. Per ora non ci sono altre reazioni di esponenti del governo.
Al di là delle controversie, i due Paesi di confine hanno interessi comuni e dovranno collaborare in futuro, analizza proprio su Le Figaro, in un commento intitolato "Tra Francia e Italia è 'je t'aime, moi non plus'".lo storico Marc Lazar, Professore emerito di storia e sociologia politica a Sciences Po, e titolare della cattedra di "Relazioni franco-italiane per l'Europa" all'Università Luiss di Roma.
Intanto scoppia una polemica anche con la Spagna per le parole pronunciate in parlamento da Yolanda Díaz, vicepremier e ministra del Lavoro nel governo socialista di Pedro Sánchez.
“Con l'ultimo decreto sul lavoro, l'esecutivo italiano di Giorgia Meloni ha mostrato di voler "governare contro lavoratori e lavoratrici", per "tornare" al modello dei "contratti spazzatura”, ha detto al Congresso dei deputati spagnolo Yolanda Díaz, accusando gli ultraconservatori di Vox di voler fare lo stesso nel Paese iberico in futuro. A Diaz ha replicato Tajani: “Spiace che il vicepremier spagnolo Yolanda Diaz interferisca nella vita politica italiana dando giudizi inaccettabili sulle scelte del governo.Le difficoltà elettorali del suo partito non giustificano offese ad un partner e alleato europeo. Non è questo il modo di collaborare”.