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domenica 18 maggio 2025
 
il conclave dietro le quinte
 

«Ecco come e perché abbiamo scelto il cardinale Prevost»

09/05/2025  Il vescovo di Algeri Jean-Paul Vesco racconta come si è arrivati alla scelta del nuovo papa. «Quando abbiamo capito che lui era l'unica scelta possibile è scesa su di noi una gioia profonda. Viene dagli Stati Uniti ma non sarà l'ambasciatore di Trump e Vance»

La prima messa di Papa Leone XIV nella Cappella Sistina insieme ai cardinali è finita da pochi minuti. Dai cancelli del Vaticano esce a passo svelto, con l’abito bianco dei domenicani e la custodia della mitria sotto il braccio il cardinale francese Jean-Paul Vesco, 62 anni, arcivescovo di Algeri. Sembra voler tirare dritto, ma i giornalisti francesi lo chiamano a gran voce e lui, sempre disponibile e sorridente con la stampa, si avvicina a telecamere e microfoni.

Cardinale Vesco, come siete arrivati alla scelta di Prevost?

“Non è stato difficile. Prima del Conclave non si fanno campagne elettorali, non ci sono candidati o gruppi di pressione. Certo, voi della stampa fate le liste dei papabili, magari leggiamo i nostri nomi e ci poniamo il problema che potrebbe toccare a noi, ma la chiave di lettura del Conclave non è solo umana, si tratta di una profonda esperienza spirituale. Certo nelle congregazioni abbiamo parlato, ciascuno ha espresso diverse sensibilità, ma poi tutto è stato molto più rapido di quanto possiate immaginare, lo Spirito Santo è entrato in azione, tutti i pianeti si sono allineati  e a un certo punto abbiamo capito che non c’erano alternative a lui, non c’erano altri nomi possibili. E quando abbiamo capito che questo Conclave si era giocato presto è scesa su di noi una gioia profonda. Si leggeva la gioia su tutti i volti dei cardinali. Poi per me la gioia era speciale”.

Perché?

“Perché l’8 maggio si celebra la memoria dei martiri d’Algeria, i 19 religiosi uccisi  durante la guerra civile algerina alla fine degli anni Novanta. Inoltre Papa Leone è un agostiniano e Sant’Agostino era un figlio della terra di Algeria. Quando era superiore della congregazione, Prevost aveva visitato l’Algeria. Ora aspettiamo il suo ritorno”.

Quali sono le qualità del cardinale Prevost che l’anno più colpita?

“Ha molte doti. È umile e discreto. Ha un capitale di esperienza enorme. Ha fatto esperienza di missione e di governo, è stato superiore generale degli Agostiniani e prefetto del Dicastero  per i vescovi. Nella sua vita riassume l’emisfero nord e quello sud, ha viaggiato molto, conosce tanti paesi e ha una visione globale. E pur essendo uomo di governo non è un burocrate, è un uomo che sta sul campo. E le persone che lavorano con lui assicurano che ama il lavoro di squadra. Sa ascoltare e poi decidere, queste qualità hanno certamente pesato nella nostra scelta. Abbiamo davvero un buon Papa, buono come il pane, come si usa dire”.

Senza rischiare la scomunica può dire quanto è stata grande la maggioranza che lo ha eletto?

“Posso dire che ha avuto il sostegno dell’insieme del collegio cardinalizio”.

Scegliere un papa proveniente da una superpotenza come gli Stati Uniti ha sollevato obiezioni?

“Non ci siamo posti la questione, Leone è un uomo di due emisferi. Avrete notato che dal balcone ha parlato in italiano e spagnolo e non in inglese”

Quali saranno i suoi rapporti con Trump?

“La sua immagine non coincide certo con quella che ci siamo fatti della destra americana. Papa Leone non sarà  l’ambasciatore di Trump e di Vance”.

Visto da vicino che tipo è?

“È un uomo non imponente, come me, guardatemi. Siamo esili, non facciamo paura. ”

Quante lingue parla?

“Quattro. Inglese, spagnolo, italiano e francese. Il francese è quella che parla meno bene, ma la capisce. È una risorsa avere un papa che può esprimersi quattro lingue, perché tutti i cristiani del mondo hanno voglia di parlare direttamente con lui”.

Papa Leone, per affacciarsi al balcone, ha indossato la mozzetta rossa e la stola dorata. È un segno di  rottura con lo stile di Francesco?

“Il nuovo papa rimane sé stesso, pur restando nel solco tracciato da Francesco. Vedremo se tornerà ad abitare negli appartamenti papali, ma credo sia probabile. Ah, poi vi sarete accorti, visto che amate questi dettagli, che non ha indossato le scarpe rosse”.

Che cosa pensa della scelta del nome?

“Il nome Leone non ha certo suscitato nella folla l’entusiasmo di Francesco. Oggi chi chiamerebbe suo figlio Leone? Ma ricordiamo che Papa Leone XIII fu un grande papa sociale”.

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