L’Europa al centro della preghiera di oggi di papa Francesco. «In questo tempo nel quale è necessaria tanta unità tra noi, tra le nazioni», dice il Pontefice, «preghiamo per l’Europa, perché l’Europa riesca a avere questa unità, questa unità fraterna che hanno sognato i padri fondatori dell’Unione Europea».
Nell’omelia continua a commentare il brano del Vangelo di Giovanni che racconta l’incontro notturno di Nicodemo, che aveva definito nei giorni scorsi «un fariseo giusto» con Gesù. Il loro dialogo, sottolinea Bergoglio, «è un vero trattato di teologia: qui c’è tutto. Il kerygma, la catechesi, la riflessione teologica, la parenesi … c’è tutto, in questo capitolo. E ogni volta che noi lo leggiamo, incontriamo più ricchezza, più spiegazioni, più cose che ci fanno capire la rivelazione di Dio. Sarebbe bello leggerlo tante volte, per avvicinarci al mistero della redenzione».
Il Papa fissa l’attenzione su due punti: la rivelazione dell’amore di Dio e il tema della luce. «Dio ci ama e ci ama – come dice un santo – come una pazzia: l’amore di Dio sembra una pazzia. Ci ama: “ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito”. Ha dato suo Figlio, ha inviato suo Figlio e lo ha inviato per morire in croce», ripete Bergoglio. «Ogni volta che noi guardiamo il crocifisso, troviamo questo amore. Il crocifisso è proprio il grande libro dell’amore di Dio. Non è un oggetto da mettere qui o da mettere là, più bello, non tanto bello, più antico, più moderno … no. È proprio l’espressione dell’amore di Dio. Dio ci ha amato così: ha inviato suo Figlio, che si è annientato fino alla morte di croce per amore. Tanto ha amato il mondo, Dio, da dare il suo Figlio».
Con l’aiuto dello Spirito Santo tanti cristiani, fissando il crocifisso hanno capito e capiscono che lì si trova tutto. «lì c’è tutta la scienza, tutto l’amore di Dio, tutta la saggezza cristiana. Paolo parla di questo, spiegando che tutti i ragionamenti umani che lui fa servono fino a un certo punto, ma il vero ragionamento, il modo di pensare più bello, ma anche che più spiega tutto è la croce di Cristo, è Cristo crocifisso che è scandalo e pazzia, ma è la via. E questo è l’amore di Dio. Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito. E perché? Perché chiunque creda in Lui non vada perduto ma abbia la vita eterna. L’amore del Padre che vuole i suoi figli con sé».
Guardando il «crocifisso in silenzio» possiamo vedere «le piaghe, guardare il cuore di Gesù, guardare l’insieme: Cristo crocifisso, il Figlio di Dio, annientato, umiliato … per amore».
E il secondo punto, invece, ci fa scoprire la luce. «La luce è venuta al mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie», dice il Vangelo. «C’è gente – anche noi, tante volte – che non possono vivere nella luce perché sono abituati alle tenebre», riprende papa Francesco. «La luce li abbaglia, sono incapaci di vedere. Sono dei pipistrelli umani: soltanto sanno muoversi nella notte. E anche noi, quando siamo nel peccato, siamo in questo stato: non tolleriamo la luce. È più comodo per noi vivere nelle tenebre; la luce ci schiaffeggia, ci fa vedere quello che noi non vogliamo vedere». E gli occhi si abituano a tal punto alle tenebre, «gli occhi dell’anima» che non sanno più «cosa sia la luce». SI perde il senso della luce perché si vive nelle tenebre. «E tanti scandali umani, tante corruzioni ci segnalano questo. I corrotti non sanno cosa sia la luce, non conoscono. Anche noi, quando siamo in stato di peccato, in stato di allontanamento dal Signore, diventiamo ciechi e ci sentiamo meglio nelle tenebre e andiamo così, senza vedere, come i ciechi, muovendoci come possiamo».
E prega, il Papa, perché «l’amore di Dio, che ha inviato Gesù per salvarci, entri in noi e la luce che porta Gesù, la luce dello Spirito entri in noi e ci aiuti a vedere le cose con la luce di Dio, con la luce vera e non con le tenebre che ci dà il signore delle tenebre». E chiede ai fedeli, che anche oggi lo seguono attraverso la tv e lo streaming, di porsi una domanda: «Io cammino nella luce o cammino nelle tenebre? Sono figlio di Dio o sono finito per essere un povero pipistrello?».
Infine, prima dell’antifona mariana del Regina Coeli, la preghiera per la Comunione spirituale:
«Gesù mio, credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento dell’altare. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a Te. Non permettere che mi abbia mai a separare da Te».