Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 13 settembre 2024
 
chiedilo a credere
 
Credere

Gesù prega, e non solo per darci il buon esempio

19/01/2023  Non solo l’uomo Gesù pregava, ma nella vita stessa della Trinità c’è una “preghiera”

Essendo la preghiera tra gli argomenti che amo trattare sia nei libri sia nelle conferenze, per forza di cose, mi sono capitate nel tempo centinaia di affermazioni “sospette”, domande scottanti e/o obiezioni alla preghiera: «Gesù non aveva bisogno di pregare», «Perché chiedere a Dio se sa già tutto?», «Perché Gesù, pur essendo Dio, pregava Dio?», «La preghiera è una perdita di tempo, bisogna solo amare», «Non ho bisogno di tempi di preghiera, la mia esistenza è una preghiera continua»… Mi è sembrato opportuno dedicare alcune delle prossime puntate della rubrica a questo tema. La prossimità della festa liturgica del Battesimo del Signore mi ha guidato nella scelta della prima domanda. Raccontando, infatti, l’evento del battesimo di Gesù, l’evangelista Luca afferma: «Mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo» (3,21-22).

La questione è la seguente: Gesù pregava realmente o lo faceva solo per darci l’esempio? La risposta di alcuni – «Gesù non aveva bisogno di pregare, ma lo faceva per darci l’esempio» – mi sembra gravemente insoddisfacente: essa dà l’impressione che Gesù facesse finta di pregare. Ma sul suo sfondo c’è una incomprensione della natura stessa della preghiera. È come se la preghiera fosse soltanto la mendicanza umiliante della creatura davanti al Creatore e in tal senso indegna dell’uomo-Dio. Cominciamo da una constatazione “statistica”. Gesù pregava, pregava sovente tutta la notte, pregava in solitudine.

La preghiera di Gesù era molto variegata: benediva il Padre, esultava di gioia nello Spirito, si confidava al Padre nell’angoscia. Pregava con insistenza. E la sua preghiera ci insegna tante cose su di Lui e sull’essenza della preghiera in generale. Naturalmente c’è una dimensione di esemplarità nella prassi orante di Gesù, ma questa dimensione non esaurisce il senso della sua preghiera. La questione allora è: perché Gesù pregava? Se la preghiera è, come afferma Teresa d’Avila «un intimo rapporto d’amicizia, un frequente intrattenimento da solo a solo con Colui da cui sappiamo di essere amati», Gesù, in quanto uomo, non fa altro che “sincronizzare” la sua umanità con il Padre. Non solo l’uomo Gesù pregava, ma nella vita stessa della Trinità c’è una “preghiera”. Di questo parleremo la prossima volta.

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo