Coniugare lavoro, sviluppo e ambiente è questa la ricetta che i giovani italiani cercano nella campagna elettorale per le Europee. Temi che per interesse si posizionano su livelli anche più elevati rispetto ai coetanei degli altri grandi paesi europei chiamati al voto (in particolare Germania, Francia, Spagna e Polonia). È
Come si legge nei dati resi pubblici dall’Istituto Toniolo lo scorso 23 maggio, il tema del lavoro è indicato dal 14,4% degli under 35 italiani intervistati, segue la Spagna con il 13,7%. I cambiamenti climatici sono indicati dal 12,7% nel campione del nostro paese, segue il 10,7% della Francia. La preoccupazione per l’immigrazione è posta dai giovani italiani ai livelli più bassi rispetto a tutti gli altri paesi confrontati (6,7%), superata dal tema dei diritti umani e democrazia (9,3%, si sale all’11,6% nella fascia dei nuovi elettori 18-22enni).
L’indecisione più che sul recarsi o meno alle urne riguarda i partiti e i candidati a cui affidare la propria preferenza. Il 68,1% del campione intende partecipare alle elezioni. Chi ha già deciso che diserterà le urne, indipendentemente dai contenuti della campagna elettorale, è il 21,4%, gli indecisi sul disertare o meno le urne sono il 10,5%.
Se poco più di 1 su 5 non andrà a votare, un numero di intervistati di entità analoga all’opposto ha già deciso il simbolo da indicare. La grande maggioranza, quasi il 60%, è quindi ancora in attesa di decidere chi votare e lo farà informandosi sul programma dei partiti (oltre due su tre lo stanno facendo o intendono farlo).
Sono questi alcuni dati che emergono dall’
indagine internazionale condotta dall’
Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo su un campione di giovani
italiani, tedeschi, francesi, spagnoli e polacchi fra i 18 e i 34 anni condotto tra aprile e maggio (
in allegato il report con le tabelle). L’indagine è realizzata in collaborazione con Ipsos, con il supporto del Laboratorio di Statistica applicata dell’Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo
I DATI NEL DETTAGLIO
FIDUCIA NELL’EUROPA
Ad esprimere fiducia verso l’Unione Europea è il 55 per cento degli intervistati. Si tratta di un valore superiore a quasi tutte le Istituzioni politiche italiane, tranne che al Presidente della Repubblica. Solo 1 su 5 pensa, in particolare, che l’appartenenza dell’Italia all’Ue sia un fatto negativo. L’atteggiamento positivo risulta alto soprattutto tra i laureati e tra i più giovani.
VISIONE DELL’UNIONE EUROPEA
L’aspetto più controverso della visione dell’Unione europea è l’eventualità di ulteriore allargamento, che trova comunque i giovani intervistati più favorevoli (38,6%) che contrari (23,4%). Oltre uno su tre lascia la valutazione in sospeso (evidentemente anche condizionata da quali paesi eventualmente includere).
Le voci che ottengono maggior consenso sono: la libertà di circolazione (67% favorevoli contro 13,9% sfavorevoli), la politica comune in tema di immigrazione (52,% contro 17,2%), seguiti dalla politica energetica e dalla difesa comune (50% contro 16%, temi diventati ancor più sensibili dopo la guerra in Ucraina).
IL VOTO
Il 68,1% dei giovani intervistati dichiara che andrà con alta probabilità a votare. Gli indecisi sul recarsi o meno alle urne sono il 10,5%, mentre gli orientati all’astensione sono il 21,4% (valore molto simile a quello di chi non considera positiva l’appartenenza dell’Italia all’Unione europea).
Tra questi ultimi, ovvero tra chi non pensa di votare, a dirsi non interessato alla politica è 1 su 4 e un numero equivalente non si sente rappresentato da alcun partito. A considerare inutile il voto è 1 su 5, tutti gli altri motivi hanno frequenza più bassa. In particolare chi non vota perché impossibilitato (ad esempio perché fuori sede) è oltre il 15%, ma si sale oltre li 20% tra gli under 24.
Chi ha già deciso chi votare ed è pienamente convinto è solo l’11,7% degli intervistati. Su livelli doppi (22% circa) si trovano due posizioni distinte dell’ampio gruppo di chi non ha ancora deciso ma intende comunque andare a votare: quella di chi non si è ancora ben informato ma lo farà e andrà alle urne perché assegna alla partecipazione al voto un valore in sé, e quella di chi andrà a votare spinto solo dalla volontà di non veder prevalere le forze politiche che considera dannose. Chi, invece, dichiara che andrà al seggio solo se trova una proposta elettorale convincente è il 13,1%.
PERCHÈ VOTARE?
Gli obiettivi assegnati al voto sono articolati. Prevale in senso relativo chi vuole far entrare in Parlamento persone competenti (maggiore anche rispetto ai coetanei degli altri paesi). Segue la preoccupazione per la salvaguardia degli interessi dell’Italia. Non trascurabile chi pensa di usare il voto anche in modo strumentale per dare un segnale alla politica interna del paese. Attorno al 13% chi vuole promuovere forze e persone nuove (valore inferiore rispetto agli altri paesi dell’Europa occidentale, superiore solo al dato polacco).
I TEMI
I temi di maggior interesse sono: disoccupazione giovanile, crescita e sviluppo economico, cambiamenti climatici (su livelli superiori rispetto ai coetanei europei). A distinguersi sono anche il tema dei diritti umani e dei conflitti internazionali, entrambi superiori al tema dell’immigrazione. Il tema dei Conflitti internazionali, del controllo delle frontiere e della Sicurezza e difesa, è molto sentito dai paesi più vicini al conflitto russo-ucraino, in particolare per la Polonia.
«I giovani italiani non sono disinteressati rispetto all’Europa» afferma Alessandro Rosina, coordinatore scientifico della ricerca. «In ampia maggioranza intendono recarsi alle urne. L’indecisione maggiore, anche rispetto agli altri paesi, riguarda il partito e i candidati da scegliere. Sia l’affluenza alle urne che la scelta di chi votare verrà decisa negli ultimi giorni.La grande maggioranza degli under 35 italiani è ancora in attesa di trovare gli argomenti giusti e convincenti nella campagna elettorale e lo farà informandosi sul programma dei partiti (oltre due su tre lo stanno facendo o intendono farlo). Al centro mettono sia alcuni temi che li riguardano direttamente, come l’occupazione e la valorizzazione all’interno dei processi di sviluppo economico, sia grandi questioni del proprio tempo alle quali si sentono molto sensibili, come il cambiamento climatico, i diritti e le diseguaglianze sociali. Si tratta di temi ancor più sentiti dai giovani italiani rispetto ai coetanei europei e sono la leva principale su cui le forze politiche potranno ottenere il loro consenso».
Foto Ansa