La visione del Santo Padre il «vescovo vestito di bianco» che attraversa una città in rovina incontrando molti cadaveri e alla fine viene ucciso da un gruppo di soldati, è l’immagine più impressionante della terza parte del segreto di Fatima, resa nota per volontà di Giovanni Paolo II nel 2000. Da quel momento, la connessione tra il Pontece e le apparizioni portoghesi di cento anni fa è risaltata ancor più di quanto già non fosse, offrendo ulteriore significato a una confidenza di suor Lucia: «La Signora non ci ha detto il nome del Papa, però era il Papa che soffriva e faceva soffrire anche noi».
Tutti i nove Pontefici che hanno guidato la Chiesa dal 1917 a oggi si sono confrontati con questa straordinaria manifestazione mariana, a partire da Benedetto XV che, il 5 maggio 1917 in piena Prima guerra mondiale, stabilì di aggiungere alle Litanie lauretane l’invocazione «Regina della Pace, prega per noi». Dopo soli otto giorni, inaspettatamente, il Cielo offrì la propria risposta, con l’apparizione della Madonna che preannunciò ai tre pastorelli che il conflitto sarebbe presto terminato.
Pio XI fu il primo Papa a essere informato, intorno al 1930, della richiesta di Gesù e della Vergine affinché la Russia venisse consacrata al Cuore immacolato di Maria, ma si mostrò perplesso: «Dicono che io sono il Suo vicario in terra. Se ha qualcosa da farmi sapere, potrebbe dirlo a me». Più attenzione espresse Pio XII, che ricordava sempre di essere divenuto arcivescovo esattamente il giorno della prima apparizione, il 13 maggio 1917. La Madonna diede esplicitamente a Lucia l’indicazione di scrivergli una lettera, il 2 dicembre 1940, con la rinnovata sollecitazione della consacrazione. Il 31 ottobre 1942, il Pontefice consacrò «i popoli separati per l’errore o per la discordia» e il 7 luglio 1952 nominò esplicitamente la Russia, ma solo in una lettera apostolica.
A Giovanni XXIII toccò invece il compito di leggere per primo la terza parte del segreto, che era giunta in Vaticano il 16 aprile 1957. Lo fece il 21 agosto 1959, mentre si trovava nella residenza estiva di Castel Gandolfo, condividendone il contenuto con il proprio confessore e con altre autorità vaticane. Ma la decisione, nonostante l’invito della Madonna a divulgarla nel 1960, fu quella di continuare a mantenere il riserbo. La medesima scelta di Paolo VI, che lesse il testo il 27 marzo 1965 e restituì nuovamente la busta all’archivio del Sant’Uffizio. Anche quando si recò in pellegrinaggio a Fatima, il 13 maggio 1967, papa Montini manifestò con evidenza le proprie riserve rifiutandosi di concedere un colloquio privato a suor Lucia.
Giovanni Paolo I non ebbe l’opportunità di consultare il segreto, essendo morto dopo poco più di un mese di pontificato. Ma successivamente fecero molto clamore alcune rivelazioni relative all’incontro che l’allora patriarca di Venezia Albino Luciani aveva avuto l’11 luglio 1977 con suor Lucia, nel Carmelo di Coimbra. In particolare suo fratello Eduardo si dichiarò persuaso che «sapesse in anticipo che il suo pontificato doveva durare molto poco, e anche per questo non concepì programmi a lungo termine. Penso che il suo presagio di una morte repentina, da Papa, fosse legato a un lungo colloquio che Albino ebbe con l’unica veggente di Fatima ancora in vita. Mio fratello ne uscì sconvolto».
Di Giovanni Paolo II è nota la decisione di far incastonare nella corona di Nostra Signora di Fatima la pallottola che lo aveva colpito nell’attentato del 13 maggio 1981 in piazza San Pietro, riconoscendo nella sua intercessione il motivo della propria salvezza dalla morte. Per ben tre volte papa Wojtyla si recò in pellegrinaggio nel santuario portoghese – nel 1982, nel 1991 e nel 2000 – e volle sempre incontrare in privato suor Lucia. Con la veggente mantenne una fitta corrispondenza.
Benedetto XVI era stato coinvolto nella problematica di Fatima quando scrisse il commento teologico al terzo segreto, manifestando in questa circostanza il proprio convincimento che gli eventi descritti in quel testo «ormai appartengono al passato». Di ben diverso tenore fu l’opinione che espresse durante il suo pellegrinaggio del 13 maggio 2010 a Fatima, quando affermò a chiare lettere: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa».
Papa Francesco può personalmente rinnovare la consacrazione del proprio pontificato a Nostra Signora, già espressa in suo nome esattamente quattro anni fa dal patriarca di Lisbona José da Cruz Policarpo, cui fece seguito l’atto di affidamento pronunciato da papa Bergoglio in piazza San Pietro durante la Giornata mariana del successivo 13 ottobre, alla presenza della statua originale della Vergine di Fatima.
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