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mercoledì 09 ottobre 2024
 
il papa
 

«Bramosia e vanità sono bestie dell’anima che ci divorano, vanno combattute»

18/02/2024  Francesco all’Angelus: «Bisogna andare nel deserto, cioè nel silenzio, nel mondo interiore, per accorgersi della loro presenza e affrontarle. E la Quaresima è il tempo per farlo». Poi lancia l’appello per la pace in Sudan, Mozambico, Ucraina e Palestina: «Ovunque si combatte le popolazioni sono sfinite. Sono stanchi della guerra che, come sempre, è inutile e inconcludente». Il saluto al presidio di agricoltori presenti in piazza con la mucca Ercolina

«In Quaresima siamo invitati a “entrare nel deserto”, cioè nel silenzio, nel mondo interiore, in ascolto del cuore, in contatto con la verità». È l’invito di papa Francesco all’Angelus della prima domenica di Quaresima, il periodo che prepara alla celebrazione della Pasqua, iniziato con il Mercoledì delle Ceneri.

Francesco prende spunto dal Vangelo odierno, che racconta l’esperienza di Gesù nel deserto, per richiamare l'immagine delle “bestie selvatiche”: «Possiamo dare dei nomi a queste “bestie” dell'anima: i vari vizi, la bramosia della ricchezza, che imprigiona nel calcolo e nell'insoddisfazione, la vanità del piacere, che condanna all'inquietudine e alla solitudine, e ancora l'avidità della fama, che genera insicurezza e un continuo bisogno di conferme e di protagonismo, e così via. Sono come bestie “selvatiche” e come tali vanno ammansite e combattute: altrimenti ci divorano la libertà. Serve andare nel deserto per accorgersi della loro presenza e affrontarle. E la Quaresima è il tempo per farlo.».

Ma la Quaresima, ricorda Bergoglio, è anche il tempo propizio per ascoltare gli angeli, «messaggeri di Dio che ci aiutano e ci fanno del bene». Essi richiamano «pensieri e sentimenti buoni suggeriti dallo Spirito Santo» perché la loro principale caratteristica è il “servizio”, ovvero l’esatto opposto del possesso: «Mentre le tentazioni ci dilaniano, le buone ispirazioni divine ci unificano nell’armonia: acquietano il cuore, infondono il gusto di Cristo, “il sapore del Cielo”. Così nell’anima tornano ordine e pace, al di là delle circostanze della vita, favorevoli o contrarie che siano».

E ricorda quali sono gli strumenti giusti per vivere questo tempo facendo spazio a Gesù: preghiera, silenzio, adorazione, meditare la Parola di Dio. A questo proposito, come da tradizione nella prima settimana di Quaresima, Francesco ricorda che da domenica pomeriggio «insieme con i collaboratori della Curia, inizieremo gli esercizi spirituali. Invito la comunità, i fedeli, a dedicare in questo tempo di Quaresima, e lungo quest'anno di preparazione al Giubileo che è Anno della Preghiera, a dedicare momenti specifici per raccogliersi alla presenza del Signore». Gli Esercizi spirituali non saranno in forma comunitaria, come avveniva prima della pandemia nella casa Divin Maestro di Ariccia dei Paolini, ma in autonomia, restando in Vaticano, tutti i cardinali e i capi dicastero della Curia dedicheranno questi giorni alla preghiera e alla riflessione sospendendo la normale attività lavorativa. Le udienze e gli altri appuntamenti pubblici del Papa sono sospesi.

Al termine della preghiera mariana, Francesco ancora una volta ha lanciato un appello per la pace: «Per favore, non dimentichiamo tanti altri conflitti che insanguinano il continente africano e molti parti del mondo», ha detto ricordando i conflitti in corso in Sudan e Mozambico: «Sono passati ormai dieci mesi dallo scoppio del conflitto armato in Sudan che ha provocato una gravissima situazione umanitaria. Chiedo di nuovo alle parti belligeranti di fermare questa guerra che fa tanto male alla gente e al futuro del Paese. Preghiamo perché si trovino presto vie di pace per costruire l'avvenire del caro Sudan». Poi il pensiero al Mozambico: «La violenza contro popolazioni inermi, la distruzione di infrastrutture, l'insicurezza, dilagano nuovamente nella provincia di Cabo Delgado, in Mozambico, dove nei giorni scorsi è stata anche incendiata la missione cattolica di Nostra Signora dell'Africa. Preghiamo perché la pace torni in quella regione martoriata».

Il Pontefice ha ricordato anche l'Europa, la Palestina, l'Ucraina: «Non dimentichiamo: la guerra sempre è una sconfitta, sempre. Ovunque si combatte le popolazioni sono sfinite. Sono stanchi della guerra che, come sempre, è inutile e inconcludente. E porterà solo morte, solo distruzione e non porterà mai la soluzione del problema. Preghiamo invece senza stancarci - ha chiesto Papa Francesco - perché la preghiera è efficace e chiediamo al Signore il dono di mente e di cuore che si dedicano concretamente alla pace».

Tra i fedeli presenti in piazza San Pietro anche un presidio di agricoltori per chiedere la benedizione al Pontefice e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla loro protesta che va avanti da settimane. «Saluto i coltivatori e gli allevatori presenti in piazza», li ha salutati Francesco che ha ricevuto una lettera in cui spiegano i motivi della loro protesta: «Il Vaticano e il Papa devono dare voce ai nostri problemi. Siamo qui in modo simbolico, abbiamo portato un trattore, sta anche arrivando la mucca Ercolina che è stata a Sanremo», ha detto all’Ansa Pietro Megna, uno dei portavoce di Agricoltori Italiani arrivati a San Pietro. «Con immensa gratitudine la ringraziamo Santo Padre per averci accolti e invochiamo il suo sostegno e la sua benedizione. Le doniamo un trattore, simbolo della nostra fatica», hanno scritto nella missiva indirizzata al Pontefice, «da settimane, con orgoglio e tenacia, stiamo manifestando affinché gli organi di governo e i cittadini ascoltino la nostra proposta di riforma del settore agricolo» aggiungono nella lettera.

La delegazione del Maf (Movimenti agricoli federati) è giunta nei pressi di piazza San Pietro con un trattore ed è stata portata anche la mucca Ercolina, “mascotte” della protesta che era andata anche a Sanremo nei giorni del Festival.

 
 
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