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mercoledì 16 luglio 2025
 
il papa
 

«Non servono cristiani "esteriori" ma persone che portino Gesù nel quotidiano»

06/07/2025  Leone XIV all’Angelus: «Sono pochi quelli pronti a lavorare ogni giorno nel campo di Dio, coltivando nel proprio cuore il seme del Vangelo per poi portarlo in famiglia, nei luoghi di lavoro e di studio». Poi l’appello: «Il Signore tocchi i cuori e ispiri le menti dei governanti affinché alla violenza delle armi sostituiscano la ricerca del dialogo». E annuncia il trasferimento a Castel Gandolfo per un periodo di riposo augurando a tutti di «poter trascorrere un tempo di vacanza per ritemprare il corpo e lo spirito»

«La Chiesa e il mondo non hanno bisogno di persone che assolvono i doveri religiosi mostrando la loro fede come un’etichetta esteriore; hanno bisogno invece di operai desiderosi di lavorare il campo della missione, di discepoli innamorati che testimoniano il Regno di Dio ovunque si trovano. Forse non mancano i “cristiani delle occasioni”, che ogni tanto danno spazio a qualche buon sentimento religioso o partecipano a qualche evento; ma pochi sono quelli pronti a lavorare ogni giorno nel campo di Dio, coltivando nel proprio cuore il seme del Vangelo per poi portarlo nella vita quotidiana, in famiglia, nei luoghi di lavoro e di studio, nei vari ambienti sociali e a chi si trova nel bisogno».

È l’ultimo Angelus di papa Leone XIV a San Pietro prima del trasferimento a Castel Gandolfo dove trascorrerà due settimane di vacanza, fino al 20 luglio, come ricorda ai fedeli: «Oggi pomeriggio», ha detto, «mi recherò a Castel Gandolfo dove conto di rimanere per un breve periodo di riposo. Auguro a tutti di poter trascorrere un tempo di vacanza per ritemprare il corpo e lo spirito».

Nella catechesi prima della preghiera mariana, il Pontefice si è soffermato a commentare il brano del Vangelo odierno senza dimenticare il momento drammatico che il mondo sta vivendo: «La pace», ha scandito, «è un desiderio di tutti i popoli ed è il grido doloroso di quelli straziati della guerra. Chiediamo al Signore di toccare i cuori e ispirare le menti dei governanti affinché alla violenza delle armi sostituiscano la ricerca del dialogo». Poi, un riferimento al grande caldo di questi giorni, con le temperature che a Roma hanno superato i 40 gradi: «Nel gran caldo di questo periodo il vostro cammino per attraversare le Porte Sante è ancora più coraggioso e ammirevole», ha detto il Pontefice salutando i pellegrini presenti in Piazza.

Per tutto il mese di luglio, le udienze generali sono sospese e il prossimo, grande appuntamento dell’Anno Santo che vedrà quasi un milione di pellegrini arrivare a Roma è il Giubileo dei giovani, in programma dak 29 luglio a domenica 3 agosto.

La riflessione del Papa parte dal Vangelo di Luca che, sottolinea, «ci ricorda l’importanza della missione, a cui tutti siamo chiamati, ciascuno secondo la propria vocazione e nelle situazioni concrete in cui il Signore lo ha posto. Gesù invia settantadue discepoli. Questo numero simbolico indica come la speranza del Vangelo sia destinata a tutti i popoli: proprio questa è la larghezza del cuore di Dio, la sua messe abbondante, cioè l’opera che Egli compie nel mondo perché tutti i suoi figli siano raggiunti dal suo amore e siano salvati». Allo stesso tempo, ricorda il Papa, «Gesù dice: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe”. Da una parte Dio, come un seminatore, con generosità è uscito nel mondo a seminare e ha messo nel cuore dell’uomo e della storia il desiderio dell’infinito, di una vita piena, di una salvezza che lo liberi. E perciò la messe è molta, il Regno di Dio come un seme germoglia nel terreno e le donne e gli uomini di oggi, anche quando sembrano travolti da tante altre cose, attendono una verità più grande, sono alla ricerca di un significato più pieno per la loro vita, desiderano la giustizia, si portano dentro un anelito di vita eterna».

Dall’altra parte, però, ha spiegato Leone, «sono pochi gli operai che vanno a lavorare nel campo seminato dal Signore e che, prima ancora, sono capaci di riconoscere, con gli occhi di Gesù, il buon grano pronto per la mietitura C’è qualcosa di grande che il Signore vuole fare nella nostra vita e nella storia dell’umanità, ma pochi sono quelli che se ne accorgono, che si fermano per accogliere il dono, che lo annunciano e lo portano agli altri».

Per fare questo, ha aggiunto, «non servono troppe idee teoriche su concetti pastorali; serve soprattutto pregare il padrone della messe. Al primo posto, cioè, sta la relazione col Signore, coltivare il dialogo con Lui. Allora Egli ci renderà suoi operai e ci invierà nel campo del mondo come testimoni del suo Regno».

E ha concluso: «Chiediamo alla Vergine Maria, che ha offerto con generosità il proprio “eccomi” partecipando all’opera della salvezza, di intercedere per noi e accompagnarci nel cammino della sequela del Signore, perché anche noi possiamo diventare operai gioiosi del Regno di Dio».

Il Pontefice, parlando in inglese, ha, inoltre, espresso dolore e cordoglio per le vittime delle alluvioni in Texas invitando a pregare per loro: «Desidero esprimere le mie più sincere condoglianze a tutte le famiglie che hanno perso i propri cari, in particolare le figlie che erano al campo estivo, nel disastro causato dall'alluvione del fiume Guadalupe in Texas, negli Stati Uniti».

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Da Giovanni Paolo II a Francesco, i Papi a Castel Gandolfo
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