Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
martedì 10 settembre 2024
 
vaticano
 

Il Papa: «Momento critico per l'umanità. Bene comune messo alla prova»

12/03/2022  Francesco inaugura l'anno giudiziario in Vaticano e chiede di salvaguardare i valori fondamentali dell anostra convivenza, in primis, giustizia, verità e carità

«Il bene comune è messo alla prova». Papa Francesco inaugura l’anno giudiziario in Vaticano e, alla presenza del premier Mario Draghi, sottolinea che questo appuntamento è «occasione di incontro e di dialogo fra persone impegnate nel mondo delle istituzioni e in particolare della giustizia. Infatti, in un momento così critico per l'umanità, in cui l'idea del bene comune - che è molto più della somma dei beni individuali - è messa alla prova, si tratta di un impegno gravoso e carico di responsabilità. Esso infatti riguarda i valori fondamentali per la nostra convivenza e si realizza in un ambito che rappresenta un terreno privilegiato di convergenza e collaborazione fra credenti e non credenti».

Nell’Aula della Benedizione il Pontefice ha sottolineato che «la legge e il giudizio devono essere a servizio della verità e della giustizia oltre che della virtù evangelica della carità» e ha ricordato che «nel corso dell'ultimo anno sono giunte a decisione alcune complesse vicende giudiziarie, relative a reati in ambito finanziario ovvero a reati contro i buoni costumi, che hanno fatto emergere sia comportamenti delittuosi puntualmente sanzionati, sia condotte inappropriate che hanno sollecitato l'intervento dell'autorità ecclesiastica competente. Lo svolgimento della dinamica processuale deve consentire di ristabilire l'ordine infranto e perseguire la via della giustizia, via che conduce a una fraternità sempre più piena ed effettiva, in cui tutti sono tutelati, specie i più deboli e fragili».

Ha inoltre aggiunto che «nell'attività giudiziale è richiesto ai magistrati un esercizio costante di ascolto onesto di quanto viene argomentato e dimostrato dalle parti, senza pregiudizi o precomprensioni nei loro confronti. Con la stessa disponibilità all'ascolto, che richiede tempo e pazienza, ogni membro del collegio giudicante deve aprirsi alle ragioni presentate dagli altri membri, per arrivare a un giudizio ponderato e condiviso». Anche in questo ambito si chiede, dunque, uno stile sinodale che metta in primo piano l’ascolto dell’altro e il camminare insieme.

Proprio per questo serve «un serio e paziente lavoro di discernimento rimane imprescindibile per arrivare all'esito di una sentenza giusta e realizzare così la natura e la finalità proprie del processo, che dev'essere attuazione di giustizia rispetto alle persone coinvolte e, insieme, riparazione dell'armonia sociale che guarda al futuro e aiuta a ricominciare. A tal fine le esigenze di giustizia implicano una valutazione comparata di posizioni e interessi contrapposti ed esigono una riparazione. Inoltre, nei processi penali, la giustizia va sempre coniugata con le istanze di misericordia, che in ultima analisi invitano alla conversione e al perdono».

Il Papa, inoltre, ha parlato delle riforme già messe in atto e ha annunciato «ulteriori esigenze di aggiornamento della normativa vaticana, soprattutto nell'ambito della procedura penale e della cooperazione internazionale». Si tratta di «interventi mirati di riforma che già sono allo studio, al fine di rafforzare gli strumenti di prevenzione e contrasto dei reati e di rispondere alla crescente domanda di giustizia che si registra anche nel nostro Stato». Su quanto già fatto il Pontefice sottolinea che le riforme adottate «intendono corrispondere, da un lato, ai parametri sviluppati dalla comunità internazionale in diversi ambiti, come quello economico, e, dall'altro, all'esigenza propria e principale della Chiesa di adeguare tutte le sue strutture a uno stile sempre più evangelico». Per questo «sono state introdotte disposizioni per favorire il processo di contenimento della spesa, reso purtroppo ancora più urgente dalle difficoltà causate dalla pandemia, e per rafforzare ulteriormente la trasparenza nella gestione della finanza pubblica, che, in una realtà quale la Chiesa, dev'essere esemplare e irreprensibile, soprattutto da parte dei soggetti che ricoprono importanti ruoli di responsabilità». Infine, ha ricordato che  c’è «la prioritaria esigenza che nel sistema processuale vigente emerga l'uguaglianza tra tutti i membri della Chiesa e la loro pari dignità e posizione, senza privilegi risalenti nel tempo e non più consoni alle responsabilità che a ciascuno competono nella aedificatio Ecclesiae»

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo