Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 18 maggio 2025
 
Angelus
 

Il Papa: Preoccupazione e dolore per il Nicaragua

21/08/2022  Francesco parla della difficile situazione nel Paese centroamericano, dove la Chiesa sta subendo pesanti persecuzioni, e invita al dialogo. Come sempre, anche la preghiera per la martoriata Ucraina

Il Papa pensa all’Ucraina, ma anche, «con preoccupazione e dolore» alla «situazione in Nicaragua, che coinvolge persone e istituzioni». La Chiesa sta subendo pesanti ritorsioni da parte della polizia e delle forze mlitari. «Con sgomento e incredulità», aveva scritto proprio ieri il cardinale della Cei Matteo Zuppi,  «riceviamo notizie delle dure persecuzioni che il popolo di Dio e i suoi pastori stanno subendo a motivo della fedeltà al Vangelo della giustizia e della pace». Insieme a sacerdoti, seminaristi e laici è stato arrestato anche monsignor Rolando José Álvarez Lagos, vescovo di Matagalpa. «Si tratta di un atto gravissimo, che non ci lascia insensibili e che ci induce a tenere alta l'attenzione su quanto accade a questi nostri fratelli nella fede», aveva sottolineato il cardinale. E oggi il Papa ha aggiunto la sua «convinzione e l'auspicio che con un dialogo aperto e sincero si possano trovare le basi per una convivenza rispettosa e pacifica».

Prima aveva commentato il Vangelo di Luca con la frase di Gesù: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta». Questa, dice Francesco, è un’immagine che potrebbe spaventarci, come se la salvezza fosse destinata solo a pochi eletti o ai perfetti. Ma ciò contraddice quanto Gesù ha insegnato in molte occasioni; e infatti, poco più avanti, Egli afferma: “Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio”. Dunque, questa porta è stretta, ma è aperta a tutti! ». Il fatto che sia stretta, si riferisce al fatto che, ai tempi di Gesù, «quando arrivava la sera, le porte della città venivano chiuse e ne restava aperta una sola, più piccola e più stretta: per rientrare a casa si poteva passare solo di lì». E allora, considerando anche le parole

«Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato», sappiamo che Gesù, ci vuole dire che «per entrare nella vita di Dio, nella salvezza, bisogna passare attraverso di Lui, accogliere Lui e la sua Parola. Come per entrare in città bisognava “misurarsi” con l’unica porta stretta rimasta aperta, così quella del cristiano è una vita “a misura di Cristo”, fondata e modellata su di Lui. Significa che il metro di misura è Gesù e il suo Vangelo: non quello che pensiamo noi, ma quello che ci dice Lui. E allora si tratta di una porta stretta non perché sia destinata a pochi, ma perché essere di Gesù significa seguirlo, impegnare la vita nell’amore, nel servizio e nel dono di sé come ha fatto Lui, che è passato per la porta stretta della croce».

Francesco invita a pensare ai «gesti quotidiani di amore che portiamo avanti con fatica: ai genitori che si dedicano ai figli facendo sacrifici e rinunciando al tempo per sé stessi – è una porta aperta, ma stretta; a coloro che si occupano degli altri e non solo dei propri interessi; quanta gente è così, a chi si spende al servizio degli anziani, dei più poveri e dei più fragili; a chi va avanti a lavorare con impegno, sopportando disagi e magari incomprensioni; a chi soffre a motivo della fede, ma continua a pregare e ad amare; a quanti, anziché seguire i propri istinti, rispondono al male con il bene, trovano la forza di perdonare e il coraggio di ricominciare. Sono solo alcuni esempi di gente che non sceglie la porta larga del proprio comodo, ma la porta stretta di Gesù, di una vita spesa nell’amore». E queste persone saranno riconosciute «dal Padre molto più di quelli che si credono già salvati e, in realtà, nella vita sono “operatori di ingiustizia”».

Il Papa invita tutti a chiedersi da che parte vogliamo stare, se «preferiamo la strada facile del pensare solo a noi stessi o scegliamo la porta stretta del Vangelo, che mette in crisi i nostri egoismi ma ci rende capaci di accogliere la vera vita che viene da Dio».

WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo