Una rosa sul corpo di uno dei passeggeri dell'aereo abbattuta sull'Ucraina (Reuters).
Tre crisi, una sola lezione. Dall'Ucraina a Gaza all'Irak, basta avere occhi per vedere e buon senso per riflettere per fare proprio il grido lanciato da tanti papi, ultimo Francesco: basta guerre!
Ho citato tre situazioni molto diverse tra loro, in tre aree del pianeta che poco o nulla si somigliano, perché anche a un esame superficiale risulta evidente che, oggi, la guerra è uno strumento totalmente inutile per risolvere i problemi politici. E' uno strumento "stupido", ottuso. Tecnicamente e filosoficamente. E chiunque oggi si faccia promotore di una guerra può essere solo altrettanto stupido e ottuso. O interessato. E' il messaggio che ci arriva dai morti di Gaza (già oltre 300 persone, quasi tutti civili tra i quali tantissimi bambini), dalla tragedia del Boeing delle linee aeree della Malesia (289 passeggeri, tra i quali almeno 80 bambini), dal dramma infinito dell'Irak, dove nel solo mese di giugno sono state uccise 2.417 persone, delle quali 1.513 civili.
E’ una situazione che, nei suoi termini generali, somiglia a quello che ai tempi della Guerra Fredda chiamavamo “equilibrio del terrore”. Le superpotenze, allora, si erano dotate di arsenali nucleari così micidiali che la guerra atomica era diventata impossibile: chiunque avesse sparato il primo missile sarebbe stato a propria volta distrutto. Oggi succede qualcosa di simile: nemmeno la più schiacciante superiorità militare, come quella dell’esercito di Israele sui guerriglieri di Hamas o quella del contingente multinazionale in Afghanistan, garantisce la vittoria. A meno di non essere pronti a praticare una strategia di sterminio di massa che nessuno vuole o può permettersi: l’ultima a provarci fu la Serbia di Milosevic e di Karadzic, che infatti fu travolta dalla reazione internazionale.
Domenica 20 luglio vengono finalmente sepolti con riti religiosi e umana pietà i resti di 284 Croati e di Bosniaci musulmani rinvenuti a Kozarac, presso Prijedor: queste persone furono uccise durante la guerra combattutasi nell'ex Jugoslavia tra il 1992 e il 1995. Foto: Dado Ruvic/Reuters.
La differenza tra allora e oggi sta nell’enorme diffusione
delle armi “normali”, le cosiddette armi leggere (pistole, fucili,
mitragliatori), e dei conflitti locali che con esse vengono combattuti,
spesso nella totale indifferenza o impotenza delle istituzioni
internazionali, per prime le Nazioni Unite. L’effetto combinato di
queste due condizioni è una perdurante e inevitabile strage di persone
innocenti. L’Osservatorio permanente sui conflitti dimenticati ha
censito, per l’ultimo decennio, 2 milioni di bambini uccisi, 5 milioni di bambini diventati disabili a causa delle ferite e 12 milioni di bambini che hanno perso la casa e sono diventati profughi.
Proprio per tali ragioni, oggi, la guerra è anche lo strumento peggiore con cui immaginare di risolvere un qualunque problema politico.
Possiamo darci qualunque scusa, o inventarci favolette compiacenti come
quella delle "operazioni chirurgiche", dei "colpi mirati", dei computer
che tutto sanno, ma il computo delle vittime parla chiaro. Chiarissimo.
Dalla Siria all’Ucraina, dalla Libia a Gaza, non v’è crisi che la strategia bellicista non abbia peggiorato e aggravato. E’ di queste ore l’appello di Sua Beatitudine Mar Louis Raphael I Sako,
patriarca caldeo dell’Irak, che ha chiesto ai vescovi di “invitare la
popolazione cristiana ad andarsene” da Mosul e dalla regione occupata
dai miliziani dell’Isil che si ispirano ad Al Qaeda. Ma l'Iraq non è il
Paese che undici anni fa fu “liberato” da una delle più potenti
coalizioni militari della storia, e poi per un decennio protetto e
tenuto sotto tutela dalla superpotenza Usa?
E in Siria? Gli stessi militanti islamisti hanno massacrato, ieri, oltre 300 persone
per impadronirsi di un giacimento di gas e del relativo impianto. Può
anche darsi che le abbiano fucilate con le armi che l'Occidente ha
riversato nel Paese in nome della campagna contro il dittatore Assad.
Resta però il fatto che, se fossimo onesti con noi stessi, potremmo
cominciare a domandarci se per caso gli iracheni non stessero meglio con
Saddam e i siriani quando Assad era saldamente al potere.
Un paradosso forse feroce, ma perché: quanto osserviamo intorno
a noi non è altrettanto paradossale e ancor più feroce? Quanto avviene a
Gaza non è la riedizione di guerre o spedizioni che da un decennio si
ripetono in media due volte l’anno, con l’esercito di Israele sempre più
forte e deciso e i miliziani palestinesi più convinti e armati di
prima? E i poveri morti dell’aereo abbattuto sull’Ucraina non
sono la conseguenza di uno di quei “conflitti locali” che non hanno
senso né futuro ma che sono stati accuratamente fomentati e alimentati?
Due giorni fa a Lugansk l'esercito ucraino ha ucciso venti civili:
normale anche questo?
La guerra è l'arma degli stupidi. E non c'è propaganda che possa cambiare questa realtà.