"Se posso mandare un messaggio, attraverso il vostro giornale, è questo: dobbiamo unirci nella lotta alla mafia, non dividerci nei veti incrociati tra di noi". Rosy Bindi, appena eletta presidente della Commissione nazionale antimafia prova a smorzare le polemiche. "Dobbiamo ricordarci gli obiettivi seri di questa Commissione", spiega la parlamentare del Partito democratico, eletta con 25 voti, ma con il Popolo della libertà che ha disertato l'elezione e che minaccia di non presentarsi alle riunioni. "Gli obiettivi dell'organismo bicamerale sono quelli di combattere tutte le mafie e di stare vicino a tutti coloro - dai poliziotti ai magistrati, alle forze dell'ordine - operano contro di esse in ogni parte del nostro Paese. Nello stesso tempo dobbiamo lavorare per creare le condizioni perché sia sempre più forte quella società civile che resiste e che pone in atto ogni giorno gesti di legalità. Questo è l'obiettivo che dobbiamo ricordarci tutti insieme in questo Paese".
Non è tempo di divisioni, continua a sottolineare. Ma intanto la divisione c'è. "Abbiamo già perso molte settimane, anzi mesi. Ed è giunto il tempo di accelerare i nostri lavori perché non possiamo lasciare che le mafie continuino a essere così pervasive nel nostro Paese". Eletta al Parlamento dalla Calabria, terra "strangolata" dalla 'ndrangheta, la Bindi spiega "che uno dei motivi per i quali ho accettato questo incarico è perché mi auguro di poter fare qualche cosa per quella terra che mi ha accolto e che ho l'onore di rappresentare in Parlamento. Sicuramente i problemi della Calabria hanno molte cause, ma la causa principale è la 'ndrangheta. Non possiamo attendere oltre, dobbiamo subito cominciare a lavorare tutti insieme". Il suo primo impegno, dice, "sarà quello di cercare di convocare il primo ufficio di presidenza quando anche il Pdl avrà indicato il proprio capogruppo perché, per la gravità del fenomeno, credo che la commissione antimafia debba lavorare con il contributo di tutti. Mi adopererò in tutti gli incontri che sarà possibile fare in questi giorni per ricucire gli strappi e cominciare a lavorare. Non c'è altro tempo da perdere. A tutti i commissari e a tutto l'ufficio di presidenza chiederò di fare la propria parte con me".