L'OMICIDIO
L'imprenditore della moda Maurizio Gucci fu ucciso a Milano la mattina del 27 marzo 1995 a 47 anni. Era uscito dalla sua casa di corso Venezia e dopo pochi minuti a piedi era arrivato davanti al suo ufficio in via Palestro 20, davanti ai Giardini di Porta Venezia. Lasciamo che a ricostruire la scena dell'omicidio siano le parole del portinaio Giuseppe Onorato: «Arriva il dottor Gucci. Lo saluto, è elegantissimo come sempre. Sale sette gradini fino alla porta a vetri, che avevo aperto per pulire. Dietro di lui entra un uomo, altrettanto elegante, abbronzato con un giaccone di cammello. Sembrava un altro dottor Gucci, insomma nulla che facesse presagire qualcosa…senonché apre la giacca e io rammento perfettamente queste mani enormi da cui spunta solo il silenziatore di una pistola. Era davvero come un film, pensavo a uno scherzo, non c’era niente di vero. Invece spara i colpi, poi si gira, mi vede. Sgrana gli occhi, come se non se l’aspettasse, e spara anche a me. Io alzo un braccio istintivamente, sento qualcosa, poi mi siedo sui gradini. Pensavo, giuro, che a quel punto dovessi morire, proprio come in un film». Gucci viene colpito tre volte, di cui l'ultimo colpo alla tempia è quello fatale. Il killer di dilegua. Le indagini in un primo momento si indirzzaronosulla faida della famiglai Gucci che andava avanti da anni e che vedeva Maurizio contrapporsi allo zio Aldo (fratello del padre Rodolfo) e i suoi figli Paolo, Roberto e Giorgio. Poi si concentrarono su una fumosa pista finanziaria internazionale. Infine quasi due anni dopo l'omicidio gli inquirenti rivolsero l'attenzione sulla ex moglie Patrizia Reggiani che in verità non aveva fatto molto per non destare sospetti. Da tempo infatti la donna, che dopo il divorzio avvenuto nel 1994 continuava a usare il cognome Gucci, si lamentava con amici e parenti che l’ex marito stava dilapidando il patrimonio e più volte, come fosse una battuta, aveva parlato del suo proposito di farlo uccidere, e che siccome lei non sapeva sparare avrebbe dovuto assoldare un sicario. Tutti consideravano quelle parole solo una boutade. Eppure anche l'ultima compagna di Gucci, Paola Franchi, aveva raccontato agli investigatori che la Reggiani li aveva minacciati e che dopo l'omicidio l'aveva costretta a lasciare in fretta e furia la casa in cui viveva con il compagno e dove poi l'ex lady Gcci si era trasferita con le figlie.
LE INDAGINI E IL PROCESSO
La svolta nelle indagini arrivò nel gennaio del 1997, grazie alla soffata alla Criminalpol di un cuoco che aveva raccolto le confidenze di Ivano Savioni, il portiere di un alberghetto che sosteneva di aver preso parte all’omicidio di Maurizio Gucci e di essere stato pagato 50 milioni di lire, troppo poco, si lamentava.
E qui si entra davvero nella trama di un film: la polizia convince il cuoco a prensentarsi da Salvioni con un agente sotto copertura che finse di essere un narcotrafficante che aveva al suo attivo 120 omicidi e che lo poteva aiutare a farsi dare altri soldi dalla Reggiani. Savioni si bevve l'improbabile storia e gli raccontò tutti i particolari dell’omicidio Gucci. Ovvero che la donna aveva incaricato tal Pina Auriemma di Somma Vesuviana, ex proprietaria di due boutique a Portici e a Napoli, maga dilettante, organizzatrice di sedute spiritiche e diventata sua amica, di trovare qualcuno che si incaricasse di uccidere il marito. Auriemma aveva chiesto a Savioni, che aveva coinvolto l’amico Orazio Cicala, pieno di debiti adi gioco, che a sua volta, aveva assoldato il sicario, Benedetto Ceraulo, siciliano di 35 anni. A quel punto trovare i riscontri, arrestare la "banda Bassotti" e portarla al processo fu molto semplice. Nel novembre 1998 Reggiani e Cicala furono condannati a 29 anni di carcere, come mandante dell’omicidio e autista dell’assassino; a Ceraulo, come esecutore materiale, fu comminato l’ergastolo; per Auriemma la pena stabilita fu di 25 anni di reclusione per favoreggiamento, mentre Savioni ricevette una condanna a 26 anni come organizzatore dell’assassinio. Nel processo d’appello la condanna a Patrizia Reggiani scese a 26 anni. Nel 2014, dopo 17 anni trascorsi in carcere a San Vittore a Reggiani venne concesso di continuare a scontare la pena ai servizi social lavorando per la Caritas. Nel frattempo si era aperto un contenzioso tra Patrizia Reggiani e le figlie Allegra e Alessandra che inzialmente avevano sostenuto l'innocenza della madre. Essendo le uniche eredi del patrimonio del padre, dovevano pagare alla madre un milione di euro l’anno di vitalizio come stabilito dalla causa di divorzio. Le figlie, appellandosi al fatto che era stata proprio lei a uccidere Maurizio Gucci, si rifiutarono di pagare. La Corte di Cassazione diede ragione a Reggiani, e le figlie dovettero anche pagare gli arretrati.
Patrizia Reggiani oggi, nel documentario di Discovery+Italia
INIZIO E FINE DI UNA STORIA D'AMORE
Maurizio Gucci, figlio di Rodolfo Gucci e dell'attrice Sandra Ravel, nipote di Guccio Gucci, era nato a Firenze il 26 settembre 1948. Dopo essersi laureato in Giurisprudenza all'Università Cattolica del Sacro Cuore iniziò a lavorare per l'azienda di famiglia. Maurizio Gucci e Patrizia Reggiani Martinelli si erano conosciuti nel 1971, quando avevano entrambi 23 anni. Patrizia Martinelli nacque a Vignola, in provincia di Modena, il 2 dicembre 1948, e vsse l'infanzia e l'adolescenza con la madre Silvana Barbieri nell'appartamento di via Padova, nella periferia di Milano. La vita delle due cambiò quando la madre sposò l'imprenditore Ferdinando Reggiani, il quale poi adottò Patrizia dandole il suo cognome. Grazie al matrimonio della madre, Patrizia fui introdotta negli ambienti più esclusivi di Milano e a una festa conobbe il rampollo dei Gucci . Dopo un fidanzamento lampo i due si sposarono nell’ottobre del 1972 nella chiesa di San Sepolcro, a Milano. Alla cerimonia non partecipò il padre di Maurizio, Rodolfo, contrario al matrimonio. Dopo la morte di suo padre, avvenuta nel 1983, Maurizio assunse la direzione della società, licenziando in seguito lo zio Aldo. Il matrimonio con Patrizia durò 13 anni, molti dei quali vissuti in una fastosa residenza a New York, anni segnati dal lusso e da spese ingenti, compreso un veliero. La separazione arrivò nel 1985, e qualche anno più tardi Maurizio Gucci chiese il divorzio. Fu a quel punto che l’ex moglie iniziò a covare un profondo rancore sfociato poi nel piano per ucciderlo diventando poi per tutti "la vedova nera". A raccontare nel dettaglio tuta la vicenda il documentario Lady Gucci - La storia di Patrizia Reggiani, a cura di Giulia Cerulli e distribuito su Discovery+ Italia.