L’ampolla col sangue sciolto vede la luce sul sagrato del Duomo di Napoli pochi minuti dopo le 10. La folla di fedeli alza lo sguardo verso le mani dell'arcivescovo. monsiignor Domenico Battaglia, per uttti don Mimmo. I corpi si stringono in un abbraccio di speranza e resistenza. I napoletani intonano “Magnifica gente” in un coro partito con i ragazzi della parrocchia di San Giustino de Jacobis che sembra voler essere monito ma anche auspicio. San Gennaro ha ripetuto il miracolo, il Santo e i suoi “scugnizzi”, come nel film, ribadito il loro legame d’amore. La canzone continua come un appello crudo, urlato, come una domanda ironica che è al contempo un’invocazione accorata alla gente di Napoli da parte dei suoi figli più piccoli: 'Ma per i ragazzi che toccano il fuoco e possono bruciarsi, per questi ragazzi che stanno crescendo e vogliono imparare, per questi ragazzi che alzano le braccia e si vogliono salvare ci sta tutta la magnifica gente di questa città’.
«Sono certo che anche lui unisce la sua voce alla voce dei più piccoli per chiedere il miracolo della solidarietà», dice monsignor Battaglia, vescovo metropolita di Napoli - per impetrare dai nostri cuori induriti e indifferenti il prodigio del bene comune, per invocare la liquefazione di quei grumi sociali fatti di promesse non mantenute, di impegni dichiarati e non perseguiti, di individualismi incancreniti che faticano a creare rete e comunità, unica via per spargere il bene a piene mani! Gente di Napoli, ciò che ti rende magnifica è la tua capacità di amare, ciò che ancor più può renderti tale è attingere alla fonte dell’amore che è Cristo stesso: non temere di seguirlo e di magnificare il Signore per quanto opererà in te, nei tuoi piccoli, tra i tuoi poveri, per chi siede ai margini della società”, e conclude “occorre impegnarsi ancor di più nel processo del Patto Educativo, ridestando il “noi” in chi si occupa di educazione: nel mese di ottobre in alcune zone della città muoveranno i primi passi dei tavoli volti a creare delle “reti educative” territoriali. Delle reti capaci di arrivare prima del sistema camorristico: un sistema che uccide un povero clochard prescelto per essere cavia dell’apprendistato di un ragazzo apprendista killer, un sistema che arruola sempre più minori non imputabili di reato, un sistema che guarda ai giovani non veduti dagli altri come fonte di nuove reclute! Il Patto deve e può prevenire tutto questo, attraverso delle reti educ-attive, con due t, reti in cui tutti dimostrino volontà fattiva di camminare insieme”.
In cattedrale tra gli altri sono presenti per assistere alla messa l'arcivescovo emerito di Napoli, cardinale Crescenzio Sepele istituzioni e alcuni politici.
“Non nascondiamoci la verità: sono tanti in questo periodo storico i motivi per essere preoccupati, le ragioni per cui scoraggiarsi. Dalla guerra alla crisi energetica, da una pandemia globale al male endemico della criminalità locale ma non dimentichiamo neanche che dinanzi alle difficoltà della storia spesso a pagare sono quasi sempre gli ultimi, i poveri, i più piccoli, anche di età. Questa nostra città metropolitana ha bisogno di un sangue vivo, di una nuova linfa d'amore, di una nuova speranza, è questo che oggi il Signore ci chiede e Gennaro ci domanda”. Napoli, la città della rinascita e del desiderio di speranza. La città della gente che soffre, si rialza e canta. Gente, magnifica gente.