Continua a dare frutti la collaborazione, avviata tre anni fa, fra la casa discografica Deutsche Grammophon e la Cappella Musicale Pontificia. A due mesi da Natale è stato presentato il terzo CD registrato nello "studio" di incisione più bello del mondo: la Cappella Sistina.
Questa volta, sotto le volte affrescate da Michelangelo, i coristi della Cappella Pontificia si cimentano con brani natalizi che il maestro Massimo Palombella, direttore del Coro, ha pescato nei ricchi archivi del fondo “Cappella Sistina”, custodito nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Il CD “VENI DOMINE” presenta 16 brani firmati dai maggiori compositori del Rinascimento: Perotinus, Desprez, Palestrina, Nanino, Mouton, De Victoria, Allegri, Marenzio, Clemens Non Papa. In più, una buona dose di canto Gregoriano.
La chicca del nuovo album è la presenza di Cecilia Bartoli, il celebre mezzosoprano, che presta la sua voce per l’esecuzione intensa e commovente del brano di Perotinus “Beata viscere Mariae Virginis”. La Bartoli diventa così la prima donna ad aver registrato con la Cappella Musicale Pontificia. Scelta più che mai appropriata, per vari motivi: è romana, ha lo stesso nome della patrona della musica, è una straordinaria artista che punta sempre alla qualità, infine anche lei, con i suoi album da solista, ha pescato rarità del repertorio musicale. Mirko Gratton, direttore della divisione classica e jazz della Universal Music Italia non nasconde che il rapporto fra i coristi della Sistina e la Bartoli potrebbe essere solo all’inizio.
“Tutta la musica presente in questo album è stata storicamente composta per le celebrazioni papali e continua anche oggi, dopo la riforma liturgica del Concilio Vaticano II, ad esserne parte con l’attenta preoccupazione di precisa ‘pertinenza celebrativa’”, spiega con il consueto rigore Monsignor Massimo Palombella, Maestro della Cappella Musicale Pontificia. Il Maestro Palombella precisa che la produzione natalizia del Rinascimento “oggi risulta essere leggermente lontana da ciò che noi ci aspetteremmo musicalmente circa il Natale”. Quindi niente squilli di tromba e timpani martellanti come, ad esempio, nel coro iniziale dell’Oratorio di Natale di Bach. “Infatti”, spiega Palombella, “il clima natalizio a cui il barocco compiuto e la successiva produzione musicale ci ha abituati, non si trova ancora nella musica rinascimentale, dove invece la preoccupazione primaria sembra essere quella di una collocazione ‘teologica’ dell’Incarnazione in relazione a tutta la vita di Gesù”. Palombella fa capire che, nella produzione musicale del Rinascimento, sul clima festoso del Natale cala già l’ombra della Passione di Cristo, tanto che nella antica iconografia Gesù Bambino era deposto in una mangiatoia a forma di sarcofago.
Secondo Monsignor Georg Gänswein, Prefetto della Casa Pontificia (di cui la Cappella Musicale è parte integrante), questa nuova produzione discografica da parte della Cappella Pontificia “esprime un progetto di ampio respiro e di indubbia qualità culturale e spirituale”. “Sinceramente, quando tre anni fa fu edito il primo CD non avrei immaginato che tale iniziativa avesse trovato tanta benevolenza accoglienza”, confida Monsignor Gänswein. Il primo CD frutto della collaborazione fra la Deutsche Grammophon e la Cappella Musicale Pontificia è stato “Habemus Papam”, un album “live” in cui erano raccolti i canti del Conclave e delle varie cerimonie legate alla elezione di papa Francesco. Poi sono venute le incisioni nella Cappella Sistina (“Cantate Domino” e l’album dedicato a Palestrina), sempre più accurate nella qualità del suono.
Stanno diventando sempre più frequenti, inoltre, le esibizioni della Cappella Musicale Pontificia al di fuori del Vaticano. I coristi sono reduci da un tournée negli Stati Uniti e in Corea del Sud, il 10 gennaio 2018 si esibiranno al Parco della Musica di Roma per la stagione da camera dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.