Arriva settembre e come ogni anno ci troveremo a discutere con nostro figlio di 13 anni sull’iscrizione all’associazione sportiva cui dedicherà due pomeriggi alla settimana.
Per scelta abbiamo cercato di non fargli fare basket e calcio, perché riteniamo che questi due sport attraggano famiglie che sognano di avere figli campioni e sono spesso connotate da un eccesso di spirito competitivo.
Nostro figlio ha fatto due anni di karate e due anni di atletica, ma il suo sogno è giocare a basket.
È molto alto e sarebbe anche facilitato in questo sport, ma noi genitori siamo molto incerti alla luce dei dubbi espressi prima. Che fare?
GIULIA
La risposta di Alberto Pellai
– Cara Giulia, a 13 anni tuo figlio ha tutti il diritto di scegliere lo sport nel quale vuole impegnarsi nel tempo extrascolastico.
Sei sicura che l’ambiente esagera in spirito competitivo?
Uno dei miei figli ci gioca da quando era piccolo e, dopo una decina di anni, posso solo affermare che ho trovato un ambiente molto valido dal punto di vista educativo e formativo. Penso anche che un preadolescente ami moltissimo partecipare a uno sport di squadra.
Perché l’essere in squadra allena le competenze cooperative, l’attenzione all’altro e permette di sentirsi parte di un gruppo, bisogno fondamentale n questa fase dell’età evolutiva. Quest’estate leggete insieme, tu e tuo figlio, Come il basket può salvare il mondo di D. Hollander (Mondadori), un magnifico manuale in cui l’autore spiega come i principi di base del basket possano aiutare ad affrontare le diverse sfide che come individui e come società ci troviamo di ronte.
Individualismo contro collettivismo: è questo il principio che guida la filosofia e l’analisi dell’autore e forse è proprio questo ciò che tuo figlio ora ti sta chiedendo. Dopo aver seguito la pratica di sport individuali, ora desidera immergersi nel clima, nel gioco e nelle emozioni di uno sport di squadra. Penso anche che come genitori possiamo aiutare il clima educativo delle associazioni sportive in cui i nostri figli crescono, giocano, si allenano e fanno squadra.
Possiamo parlare con gli allenatori, condividere le nostre aspettative che devono, a questa età, prevedere prima di tutto che lo sport sia un allenamento alla vita e non solo uno strumento di preparazione atletica.
Chiedo anche agli allenatori di convocare i genitori a inizio anno e fornire loro indicazioni chiare su come la famiglia deve avere uno stile educativo orientato alla crescita grazie allo sport e non alla vittoria e alla competizione