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lunedì 19 maggio 2025
 
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Pasqua, festa della speranza non scontata e della ricerca continua

17/04/2025  Quest’anno la data è la stessa per tutti i cristiani. Un libro di uno scrittore ateo ci stimola a rileggerla con occhi nuovi

Cari amici lettori, con questo numero siamo giunti a Pasqua e, insieme a tutta la redazione, desidero fare a ognuno e ognuna di voi il nostro più sincero augurio di una santa Pasqua di risurrezione.

Quest’anno è anche una Pasqua particolare: oltre al Giubileo in corso, che con il suo tema “Pellegrini di speranza” ci ricorda proprio la ragione ultima della speranza, il 2025 vede coincidere la data della Pasqua per tutti i cristiani, cattolici, protestanti e ortodossi.

La fede nella risurrezione di Gesù e nella vita eterna è un patrimonio comune di tutti i cristiani, che è riassunto nel “Simbolo degli apostoli”, de­finito al concilio di Nicea proprio 1.700 anni fa e che risuonerà quest’anno nella stessa notte per tutti. È il cuore della nostra fede, che però – “cristallizzato” in una formula – è a volte come un oggetto polveroso e incapace di “smuovere” la nostra vita.

In questo ci possono aiutare due “icone”. Una la traggo dai Vangeli di Pasqua: Maria Maddalena che cerca Gesù nella tomba per piangerlo, ma cerca nella “direzione sbagliata”, guardando nel luogo della morte. Ha bisogno di “voltarsi” (2 volte: Giovanni 20,14.16), per poter incontrare il Vivente. Anche noi, cari amici, siamo forse alleati della parte sbagliata che odora di morte… e non percepiamo più la voce della Vita.

Una parola-chiave dei Vangeli pasquali è “ricerca/cercare”: termine che dice movimento, che è positivo, ma che contiene anche la possibilità di sbagliare percorso: «Non è qui!».

I Vangeli di Pasqua ci dicono anche che non è  affatto facile accogliere l’annuncio della risurrezione e ciò che comporta (la nostra risurrezione, la vita eterna): niente trionfalismi.

L’altra “icona” di ricerca è un libro appena uscito di Javier Cercas, scrittore spagnolo, ateo e anticlericale, autore del bellissimo Il folle di Dio alla ­fine del mondo. Racconta la storia (vera) dell’incontro dell’autore con papa Francesco, da cui desidera la sua risposta a una sola domanda: esiste la risurrezione? Esiste la vita eterna?

Colpisce molto che a porsi la domanda sia un ateo. La madre, credente di ferro, si diceva certa di incontrare il marito, defunto, dopo la morte, nella vita eterna appunto. «Provo un’invidia enorme per mia madre. Ma come fai a non invidiare qualcuno che è sicuro che questa vita non è l’unica, e che quando moriremo ci sarà qualcosa che non è come qui, ma molto, molto meglio di qui?». È la domanda-ricerca che percorre come un ­filo rosso tutto il libro (che, per inciso, è anche un bellissimo ritratto di papa Francesco: quante cose può vedere un occhio “vergine”!).

Non voglio svelare il finale, ma il libro contiene uno sguardo fresco di fronte a temi “ovvii” per un credente “abitudinario”. Proprio per questo può aiutarci ad apprezzare le “cose eterne” in cui crediamo. Già a suo tempo l’Apostolo Paolo doveva ricordarle ai suoi fedeli a Corinto: «Vi proclamo poi, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto… che Cristo morì… e che è risorto...» (1Corinzi 15,1-5). Come dicono in Oriente scambiandosi gli auguri di Pasqua: «Cristo è risorto!». «Veramente è risorto!».

Il libro consigliato da don Vincenzo Vitale

Il folle di Dio alla fine del mondo

«Ecco un folle senza Dio che insegue il folle di Dio fino alla fine del mondo». Da questo attacco folgorante prende avvio un libro unico, che nessuno finora aveva avuto l'opportunità di scrivere. Il «folle senza Dio» è uno scrittore ateo e anticlericale, che si definisce laicista militante, mosso dal desiderio di parlare a tu per tu con papa Francesco, il «folle di Dio», come amava definirsi anche il santo di cui ha scelto il nome.

In collaborazione con Credere

  

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