«Il Piccolo Principe: i suoi insegnamenti fanno vibrare le corde del cuore»

Il Piccolo Principe mi accompagna da quando sono bambina, e alle elementari in quel di La Spezia mi portarono a vedere una rappresentazione teatrale del libro di Saint-Exupéry. Crescendo l’ho letto e riletto e mi è anche capitato di farne un reading interpretando la volpe e il serpente. Mi ha sempre commosso la poesia di questo personaggio esile, delicato, e insieme così determinato a uscire dai propri confini, a scoprire il mondo, a farsi ascoltare. In questa favola pensata soprattutto per un pubblico di adulti sono celati tanti insegnamenti, spunti di riflessione che sanno far vibrare le corde del cuore.

Ne sono state fatte tante versioni, cinematografiche, cartoon, pièce teatrali, versioni pop up del libro, nuove illustrazioni rispetto a quelle originali dello scrittore stesso. Sicuramente si è sfruttato fino in fondo la popolarità del personaggio, appiattendo spesso il suo messaggio. Che però riacquista la sua forza quando ci si affida alla semplice lettura del testo. E se la frase «Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi», può apparire forse un po’ sdolcinata e da baci Perugina, il dialogo sul rapporto tra i piccolo principe e la sua rosa mi commuove ogni volta, e mi svela ambiti di comprensione su che cosa sia davvero l’amore.

«E' il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante». Così come la proposta della volpe di essere addomesticata è un inno all’amicizia e alla fedeltà. Una piccola storia, certo, ma portatrice di emozioni, preziosa, mai banale e che si rinnova ogni volta.