«Un’ospitalità pienamente rispettosa della dignità umana di ciascuno». Queste le parole dell’Arcivescovo emerito di Milano, il cardinale Angelo Scola, ritiratosi per la pensione a Imberido (Oggiono) sulla sponda del lago di Lecco. Parole pronunciate durante l’omelia di ieri, domenica 17 giugno, in occasione della celebrazione per il festeggiamento del nuovo status di Oggiono riconosciuto come“città” lo scorso 12 ottobre da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Parole che pesano in questi tempi di chiusura di porti, di porte e di cuori e che fanno appello a una accoglienza strutturale per i cristiani che affonda le sue radici addirittura nell’Antico Testamento. «La via del Signore» ha detto dopo una lunga introduzione calata sull’occasione locale,« la giustizia e il diritto sono condizioni per una vita buona e per una reale amicizia civica dentro la città. Esse hanno il loro valore solo se applicate, nel rispetto delle loro forme specifiche, a tutti, a partire da quanti sono nel bisogno e nel bisogno radicale».
Coloro che sono nel bisogno radicale. Ovvero «i bambini, gli anziani, gli ammalati, quanti sono nell’ombra della morte, gli scartati e gli immigrati. A questo proposito l’ospitalità richiamata con forza fin dall’Antico Testamento dev’essere sempre, in una società civile, pienamente rispettosa della dignità umana di ciascuno, generosa, ordinata e condivisa». In una società civile, appunto.
E ha concluso: «Nella fase ancora magmatica dell’attuale cambiamento d’epoca siamo molto lontani anche solo dall’intuire verso quale paesaggio siamo diretti. Tutti parlano di società liquida: cerchiamo allora di porre in essa qualcosa di solido. Lo abbiamo tra mano: osservare la via del Signore ed agire con giustizia e diritto».