Cari amici lettori, siamo ormai in piena estate, con la prospettiva di almeno qualche giorno di vacanza, momento di riposo e di ristoro dalle fatiche e dallo stress di un intero anno. Ma che cosa è il “riposo” per un cristiano? Alla vacanza abitualmente si associano diversi significati: dalla giusta esigenza di relax psico-fisico all’ossessione di “evadere” a tutti costi dal quotidiano.
Succede spesso così che si carichino le vacanze di attese irrealistiche, che poi lasciano delusi. Perché in realtà abbiamo anche desideri più profondi che chiedono di essere ascoltati, oltre alla legittima esigenza di “staccare”. Anche la Scrittura ci parla di riposo. «Affrettiamoci a entrare in quel riposo….», leggiamo ad esempio nella Lettera agli Ebrei (4,11).
Per l’autore della lettera, il riposo - che nell’Antico Testamento è associato all’entrata nella terra promessa - è la vita eterna, la felicità definitiva con Dio. Per entrare in questo riposo, afferma l’autore, è necessaria la fede, concretamente l’ascolto della Parola. L’adesione di fede alla parola di Dio fa entrare i credenti in Cristo fin da ora nel riposo celeste.
Anche Gesù ci parla di un riposo: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Matteo 11,28). E ci spiega che questo ristoro si trova prendendo su di sé «il suo giogo», cioè la sua legge, che è Lui stesso, «mite e umile di cuore». In sostanza, è il comandamento dell’amore. Praticandolo, si trova “ristoro”. Come cristiani, dobbiamo imparare a vivere ogni realtà umana mettendola in relazione con Dio: così ogni realtà può attingere la sua pienezza, anche la “vacanza”. Possiamo allora provare a declinare la vacanza in chiave spirituale.
Prendersi il giusto riposo è anche rientrare in sé stessi, rimettersi in contatto con la nostra vita interiore, i nostri desideri profondi: in una parola, prendersi cura di se stessi, non solo sul piano fisico, ma anche spirituale. Dare spazio - durante il nostro riposo estivo – alla relazione con il Signore, all’ascolto della Parola, alla preghiera, alla rilettura della propria vita alla luce della fede è accogliere l’invito di Gesù a «venire in disparte e a riposarsi un po’» (Marco 6,31) stando con Lui.
Possiamo portare con noi il Vangelo, il breviario, una lettura spirituale. Non mancano diffuse iniziative estive di spiritualità, anche brevi, di cui approfittare, oppure ci sono i cammini come momenti di pellegrinaggio e meditazione spirituale... Ma il giusto “riposo” è anche tempo per aprirsi di più agli altri, curare le nostre relazioni, a volte trascurate o ferite dalla “disattenzione”.
È anche ricordarci di quanti non possono, per i più diversi motivi, andare in vacanza. Il Papa ha invitato i giovani che vanno alla Gmg a far visita ai nonni prima di partire, ma l’invito vale per tutti noi! Alimentare le sorgenti interiori ed “essere- per- gli altri” (D. Bonhoeffer): ecco i due poli della vita cristiana, che ci possono dare un vero e più profondo ristoro. Buon riposo a tutti!