Un'iniziativa simbolica a sostegno delle donne che stanno protestano in Iran per la loro libertà e i loro diritti. Un gesto di protesta pacifica contro gli omicidi e le violenze che stanno avvenendo ormai da molti giorni nel Paese, a Teheran e in altre città. A lanciarla è Triennale Milano: da oggi mercoledì 28 settembre sarà possibile lasciare una ciocca dei propri capelli, legata con un filo di corda, in un apposito contenitore nell’atrio del Palazzo dell’Arte. Le ciocche raccolte verranno poi consegnate al Consolato generale della Repubblica Islamica dell'Iran in segno di protesta.
A presentare l'iniziativa è Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano, spiegando che Triennale ha accolto una richiesta di alcuni membri della comunità iraniana milanese, per protestare «contro gli omicidi e le inaccettabili violenze che stanno colpendo le giovani donne e i giovani uomini che in Iran chiedono di ripristinare un grado minimo di libertà e di civiltà». Prosegue Boeri: «Un atto che si ispira a quello coraggiosamente compiuto dalle donne iraniane nelle piazze delle principali città». Non solo in Iran: questa forma di protesta si è estesa anche nel resto del mondo, dalla Turchia agli Stati Uniti, coinvolgendo donne e uomini. Si tratta, continua Boeri, di un «gesto pacifico di protesta contro la violenza omicida della polizia e di solidarietà con chi in questi giorni rischia la propria vita per difendere il diritto inalienabile alla libertà individuale».
In Iran, il comando della polizia, citato dall'agenzia Fars, ha affermato: «Gli agenti di polizia useranno tutta la forza a loro disposizione per contrastare le cospirazioni dei controrivoluzionari ed elementi ostili, e useranno fermezza contro chi sconvolge l'ordine pubblico e la sicurezza in qualsiasi parte del Paese».
Le organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani denunciano l'escalation di vittime: secondo una Ong di iraniani in esilio, la Iran Human Rights, con sede a Oslo, attualmente sarebbero almeno 76 i morti in Iran per la dura repressione delle proteste scatenate dalla tragica morte della 22enne curda iraniana Mahsa Amini, mentre era sotto la custodia della polizia morale perchè, a detta dei poliziotti, non avrebbe indossato correttamente il velo, obbligatorio per tutte le donne nel Paese dalla Rivoluzione islamica del 1979.
(Foto Reuters in alto: Nasibe Samsaei, iraniana residente in Turchia, taglia i suoi capelli come gesto di protesta davanti al Consolato iraniano a Istanbul).