Il terremoto ha colpito di notte, quando la gente dormiva. Una scossa violentissima, avvertita su un territorio vastissimo: Turchia, Siria, Libano, Cipro. Sono migliaia gli edifici crollati e ridotti in briciole. Le squadre di soccorso stanno lottando contro il tempo per estrarre i superstiti dalle macerie del terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito la notte scorsa il sud della Turchia e il nord della Siria.Il numero di morti nei due Paesi continua a salire: sono oltre 2.300. I feriti diverse migliaia. Le operazioni di soccorso sono rese difficili dalle condizioni meteorologiche: freddo, pioggia, neve e vento.
Il governo turco fa sapere in una nota che "finora è giunta la segnalazione di un totale di 2.824 edifici crollati”, Ma anche questo è un dato molto provvisorio. La distruzione non ha risparmiato edifici pubblici, monumenti storici, chiese e moschee. Padre Imad Daher parrocco della chiesa della Vergine Maria dei greco melchiti cattolici è stato trovato senza vita nelle macerie della sua abitazione nel centro di Aleppo.
L’epicentro del sisma è Gaziantep, una città di quasi 2 milioni di abitanti nel sud est della Turchia. Un’altra scossa fortissima, di magnitudo 7.5, ha frustato la terra già ferita nella mattinata di martedì. Ma sono decine le altre scosse avvertite durante la giornata. Altre ne seguiranno, dicono i sismologi.
Il terremoto ha colpito una zona densamente abitata da profughi siriani, scampati alla guerra civile. Molti di loro vivevano già in condizioni precarie e in stabili fatiscenti. Ora gli scampati al disastro si trovano in condizioni ancora più misere.
In Siria centinaia di famiglie sono ancora sotto le macerie, come riferiscono i Caschi Bianchi, un’organizzazione non governativa di protezione civile siriana diventata celebre per i suoi coraggiosi interventi durante la guerra.
La comunità internazionale si è mobilitata per portare aiuti alla Turchia. Sono arrivate offerte di aiuto dall’Unione Europea, dagli Stati Uniti e dalla Russia. Anche il presidente ucraino Zelensky, nonostante le enormi difficoltà del suo paese in guerra, ha scritto su Twitter che l’Ucraina “è pronta a fornire l’aiuto necessario” in soccorso della Turchia. L’Italia ha fatto partire per le zone terremotate una squadra di ricognizione della Protezione Civile e una squadra operativa di soccorso.
Il terremoto della scorsa notte è il più violento in Turchia dall’agosto del 1999, quando morirono 17 mila persone (un migliaio di vittime si contarono anche a Istanbul).
L’efficienza dei soccorsi e della ricostruzione sarà un test importante per il presidente turco Erdogan. Salvo rinvii, il paese andrà alle urne il prossimo 17 maggio.