Sono la nonna più felice del mondo. Ho
due nipotini: Jacopo di 6 anni e Alice di 3
e mezzo. L’estate in un paese vicino al
mare viviamo tutti insieme. Siamo quattro
generazioni. Loro abbandonano Tv e
giochi elettronici e insieme scopriamo
i giochi di una volta: nascondino, campana, “un
due tre stella”, “chi tardi arriva male alloggia”. A
volte loro mi insegnano i giochi della scuola materna.
Ma sempre correndo e saltando in cortile
all’aria aperta. Io mi dimentico delle faccende
domestiche. Loro sprizzano gioia da tutti i pori,
gli occhi brillano. Appena mi vedono: «Nonna
giochiamo», e via tutti felici. Così, per due mesi.
Peccato che l’estate finisce.
Nonna Lina
ABBIAMO 65 ANNI, non facciamo parte della categoria
nonni, ma il nostro racconto ci sembra adatto. Quindici anni fa veniamo a sapere che
molti bambini di Chernobyl erano ospitati per
trascorrere vacanze terapeutiche lontano dalle
radiazioni del loro Paese. Ci mettemmo in lista e
nell’estate successiva ci arrivò una bambina di 8
anni di nome Caterina. Noi eravamo contentissimi,
lei molto meno ritrovandosi in un Paese e
ambiente diverso, senza conoscere la nostra lingua
e le nostre abitudini. Ma l’amore fu quello
che ci fece capire e dialogare tra noi. L’anno
successivo accogliamo un’altra bambina di 7 anni,
Vittoria, con lei ci fu subito intesa e con i gesti
riuscimmo a capirci subito. Dopo 15 anni ancora
vengono a trascorrere le vacanze estive da
noi in Italia. Ci sentiamo dei nonni che aspettano
con ansia l’estate per trascorrere giorni felici
insieme. Ci hanno dato tanto affetto e amore e
ci hanno insegnato a essere felici con quello che
abbiamo. Il loro sorriso ci dà tanta gioia e i loro
abbracci sono energia per i nostri cuori. E, soprattutto,
ci danno la voglia di vivere.
Achi e Licia
SONO DIVENTATA NONNA MOLTO GIOVANE e ho aiutato
mio figlio e mia nuora che iniziavano a lavorare
a crescere i loro due bambini. Li prendevo
all’asilo, a scuola, li portavo in piscina e poi in
estate stavano con me un mese intero al mare.
Luca e Benedetta sono stati i tesori miei e del
nonno Aldo. Due piccoli e giudiziosi bambini
capaci di riempire le nostre giornate con la
gioia che portavano in casa. E non mi sono mai
lamentata della fatica. Ma da un anno i loro genitori
si sono separati e i bambini che ora hanno 9
e 7 anni, stanno con la loro mamma non più vicino
a casa nostra. Una tragedia per loro e per noi
nonni, che non riusciamo più a vederli come una
volta. La mia ex nuora, sicuramente addolorata
per la fine del matrimonio, non ce li porta più
spesso e in vacanza quest’anno per la prima volta
non sono venuti con noi. Non posso descrivere
il vuoto che abbiamo provato io e mio marito.
Nonna Francesca
SONO UNA NONNA A TEMPO PIENO. Mi sono occupata
del mio primo nipote da quando la madre è
tornata a lavorare con i 7 mesi del bambino a
quando è andato alla scuola materna. Mi svegliavo
prestissimo la mattina perché non abitiamo
vicino a mio figlio e mi trovavo a casa sua prima
che loro uscissero. Poi, al pomeriggio, alle 5 tornavo
a casa mia. Io avrei voluto curarlo a casa
mia, ma loro dicevano che era meglio così. Adesso,
a distanza di anni, sta per arrivare un nuovo
bambino e io e mio marito siamo molto contenti.
Ma vorrei dire a mio figlio che a 68 anni non
me la sento più di fare come l’altra volta. Io penso
che un conto sia dare una mano, altra cosa è
dover essere sempre disponibili come fosse un
lavoro. Non so, però, se dirglielo subito o aspettare
che ne parlino loro. Non vorrei che fosse scontato
che andrà così, anche perché l’altra volta
non è che ci abbiano ringraziato molto. Certo,
tra genitori e figli ci si aiuta, ma io so che un
impegno come il nostro non è da tutti. Ai giardini
trovavo tante mamme molto tristi perché i
loro genitori non si erano nemmeno offerti di sostituire
la baby sitter quando questa non poteva
venire o era malata.
Nonna Filomena
I NOSTRI TRE NIPOTINI. Daniele, Davide e Giulia vivono
da sempre lontani da noi nonni: loro a Roma
e noi a Siracusa. Ma i ricordi di loro piccolini
che, dalla chiusura delle scuole, ci venivano affidati
sono tanti e indimenticabili: sulla spiaggia
a raccogliere conchiglie e a fare castelli di sabbia,
i primi approcci paurosi in mare fino ad acquisire
sicurezza, poi un po’ più grandetti, nel
mare degli scogli la grande emozione del primo
tuffo, i pomeriggi ai giardinetti, le passeggiate
serali alla “marina” dove erano d’obbligo parecchi
giri di giostra. E ancora le visite all’acquario
comunale, i loro visi incantati a osservare i vari
tipi di pesci: ormai conoscevano i nomi di ognuno.
Infine, il rito serale delle preghierine per
ringraziare Gesù delle belle giornate trascorse
e poi stanchi ma felici chiedevano per l’ennesima
volta di sentir raccontare la storia del “Pesciolino
rosso”. E tanti altri ricordi che, ancora oggi,
noi nonni custodiamo nella nostra mente e nel
nostro cuore.
Nonna Tinuccia e nonno Antonio
È bellissimo il titolo che il Papa ha voluto dare
all’incontro che si svolgerà a Roma, in piazza San
Pietro, il prossimo 28 settembre: “La benedizione
della lunga vita”. Sarà una giornata di festa
per nonni e anziani, che culminerà alle 10.30
con la Santa Messa presieduta da papa Francesco.
Monsignor Vincenzo Paglia, presidente del
Pontificio consiglio per la famiglia e promotore
dell’iniziativa, ha ricordato: «L’anzianità non è
un naufragio, ma una vocazione. E gli anziani
non sono solo oggetto di attenzione o di cura,
ma anche soggetto di una nuova prospettiva
di vita». Le storie di fede vissuta e di aiuto
alle generazioni dei figli e dei nipoti lo dicono
molto bene ogni giorno. Come le testimonianze
che raccontiamo in queste pagine e quelle che
pubblicheremo sul prossimo numero di Famiglia
Cristiana, in occasione dell’incontro col Papa.