Nella devozione popolare, soprattutto al Centro-Sud, per antica tradizione, il venerdì precedente la Domenica delle Palme, detto anche “Venerdì di dolore”, è dedicato alla memoria della Vergine Addolorata. La statua di Maria, abbigliata a nero in segno di lutto e con il cuore simbolicamente trafitto da una spada, viene portata in processione accompagnata da struggenti marce funebri. Sono i riti, suggestivi e molto partecipati, che introducono l’inizio della Settimana Santa.
A Gallipoli, nel Salento, l’Addolorata (nella foto in alto), alle 12 in punto esce dalla Cattedrale e percorre tutta la città per fare rientro la sera quando dal bastione del porto benedice i marinai.
Il culto
La devozione alla Madonna Addolorata prese particolare consistenza a partire dalla fine dell’XI secolo e fu anticipatrice della celebrazione liturgica, istituita più tardi. Il Liber de passione Christi et dolore et planctu Matris eius di ignoto (erroneamente attribuito a san Bernardo), costituisce l’inizio di una letteratura, che porta alla composizione in varie lingue del “Pianto della Vergine”. Testimonianza di questa devozione è il popolarissimo Stabat Mater in latino, attribuito a Jacopone da Todi, il quale compose in lingua volgare anche le famose Laudi; da questa devozione ebbe origine la festa dei “Sette Dolori di Maria Santissima”.
Nel secolo XV si ebbero le prime celebrazioni liturgiche sulla “compassione di Maria” ai piedi della Croce, collocate nel tempo di Passione. A metà del secolo XIII, nel 1233, sorse a Firenze l’Ordine dei frati “Servi di Maria”, fondato dai Ss. Sette Fondatori e ispirato dalla Vergine. L’Ordine che già nel nome si qualificava per la devozione alla Madre di Dio, si distinse nei secoli per l’intensa venerazione e la diffusione del culto dell’Addolorata; il 9 giugno del 1668, la S. Congregazione dei Riti permetteva all’Ordine di celebrare la Messa votiva dei sette Dolori della Beata Vergine, facendo menzione nel decreto che i Frati dei Servi, portavano l’abito nero in memoria della vedovanza di Maria e dei dolori che essa sostenne nella passione del Figlio.
Successivamente, papa Innocenzo XII, il 9 agosto 1692 autorizzò la celebrazione dei Sette Dolori della Beata Vergine la terza domenica di settembre.
Ma la celebrazione ebbe ancora delle tappe, man mano che il culto si diffondeva; il 18 agosto 1714 la Sacra Congregazione approvò una celebrazione dei Sette Dolori di Maria, il venerdì precedente la Domenica delle Palme e papa Pio VII, il 18 settembre 1814 estese la festa liturgica della terza domenica di settembre a tutta la Chiesa, con inserimento nel calendario romano. Infine papa Pio X (1904-1914), fissò la data definitiva del 15 settembre, il giorno dopo la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, con memoria non più dei “Sette Dolori”, ma più opportunamente come “Beata Vergine Maria Addolorata”.
Com'è raffigurata l'Addolorata?
Di solito è vestita di nero per la perdita del Figlio, con una spada o con sette spade che le trafiggono il cuore. L’abito nero dell’Addolorata è una tradizione importata nel Centro-Sud dell’Italia dalla dominazione spagnola.
Altro soggetto molto rappresentato è la Pietà, penultimo atto della Passione, che sta fra la deposizione e la sepoltura di Gesù, in cui la Madre sorregge sulle ginocchia il corpo del Figlio morto.
La processione dell'Addolorata a Gallipoli
I riti popolari
In onore dell’Addolorata sono state composte diverse preghiere. La più famosa è quella che contempla i Sette Dolori di Maria, che corrispondono ad altrettanti episodi narrati nel Vangelo: 1) La profezia dell’anziano Simeone, quando Gesù fu portato al Tempio “E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. 2) La Sacra Famiglia è costretta a fuggire in Egitto “Giuseppe destatosi, prese con sé il Bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto”. – 3) Il ritrovamento di Gesù dodicenne nel Tempio a Gerusalemme “Tuo padre ed io angosciati ti cercavamo”. – 4) Maria addolorata, incontra Gesù che porta la croce sulla via del Calvario. – 5) La Madonna ai piedi della Croce in piena adesione alla volontà di Dio, partecipa alle sofferenze del Figlio crocifisso e morente. – 6) Maria accoglie tra le sue braccia il Figlio morto deposto dalla Croce. – 7) Maria affida al sepolcro il corpo di Gesù, in attesa della risurrezione.
La liturgia e la devozione hanno compilato anche le Litanie dell’Addolorata, ove la Vergine è implorata in tutte le necessità, riconoscendole tutti i titoli e meriti della sua personale sofferenza. La tradizione popolare ha identificato la meditazione dei Sette Dolori, nella pia pratica della Via Matris, che al pari della Via Crucis, ripercorre le tappe storiche delle sofferenze di Maria e sempre più numerosi sorgono questi itinerari penitenziali, specie in prossimità di Santuari Mariani, rappresentati con sculture, ceramiche, gruppi lignei, affreschi.
Le processioni penitenziali, tipiche del periodo della Passione di Cristo, comprendono anche la figura della Madre dolorosa che segue il Figlio morto, l’incontro sulla salita del Calvario, Maria posta ai piedi del Crocifisso; in certi Comuni le processioni devozionali, assumono l’aspetto di vere e proprie rappresentazioni altamente suggestive, specie quelle dell’incontro tra il simulacro di Maria vestita a lutto e quello di Gesù che trasporta la Croce insanguinato e sofferente.
In certe località queste processioni, che nel Medioevo diedero luogo anche a rappresentazioni sacre dette “Misteri”, assumono un’imponenza di partecipazione popolare, da costituire oggi un’attrattiva oltre che devozionale e penitenziale, anche turistica e folcloristica, a cominciare dalla grande processione barocca di Siviglia.