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martedì 30 maggio 2023
 

Domenica 10 aprile 2022 - Domenica delle Palme

Con la Domenica delle Palme ha inizio quella che nella liturgia romana è definita Settimana santa e in quella ambrosiana Settimana autentica: «I fedeli, infatti, si raccolgono in preghiera intorno al fondamento più “autentico” della loro vita spirituale» (F. Manzi). È in questa settimana che si concentrano i riti forse più suggestivi della liturgia cattolica, e si contempla il mistero della Passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo. In particolare, all’interno del Triduo Pasquale si farà memoria dell’ultima Cena di Gesù, della sua Passione, morte e sepoltura e, già dalla Veglia pasquale, del suo ritorno alla vita.
Tutto prende l’avvio da questa domenica, nella quale si distinguono due celebrazioni eucaristiche e quindi due serie di letture.
Nella Messa più solenne, quella cioè preceduta dalla processione che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, si commemora un evento narrato da tutti e quattro i Vangeli, anche se in forme differenti. Mentre nel racconto di Marco Gesù entra accompagnato dai suoi discepoli o dai pellegrini che erano ugualmente arrivati a Gerusalemme, la versione giovannea, l’ultima in ordine di redazione, accentua più delle altre alcuni elementi: innanzitutto vi è una «grande folla» che esce dalla città per accogliere Gesù; soprattutto, solo in questo Vangelo viene salutato esplicitamente come «re d’Israele», mentre in Marco è «colui che viene nel nome del Signore», cioè come ogni altro pellegrino che arrivava per Pasqua.
Giovanni mostra chi è veramente Gesù, ma non nasconde nemmeno l’incomprensione dei suoi discepoli, che solo dopo, con la sua risurrezione, capiranno fino in fondo quello che stava accadendo: «I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le avevano fatte».
Il dramma dell’incomprensione ritornerà in tutto il racconto della Passione di Gesù: non solo da parte dell’establishment religioso, ma soprattutto da parte di Pilato, che facendosi beffe del Signore dirà, poco prima della sua condanna a morte, «Ecco il vostro re!» (19,14).
Nella seconda celebrazione eucaristica di questa domenica, quella che ci porta a Betania, a casa degli amici di Gesù (Lazzaro, Marta e Maria), c’è invece qualcuno che ha compreso benissimo quello che sta accadendo. È proprio Maria – colei che unge i piedi del Signore con del nardo prezioso, asciugandoli poi coi suoi capelli – che intuisce il senso profondo delle cose. Si tratta di un gesto interpretabile in diversi modi, ma a noi basta quello che Gesù stesso dirà a Giuda, difendendo Maria dalle sue accuse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura».
A Maria non servirà “ricordare” per capire; lei, che dall’evangelista è rappresentata come la discepola che ascolta la voce del Maestro, sa che quel re mite e innocente morirà, e lo conforta, come può, anzitutto con il suo amore. Doni a noi il Signore lo stesso cuore, per Lui, e per il nostro prossimo.


07 aprile 2022

 
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