Il lezionario di questa domenica propone ancora una volta la prima lettura dagli Atti degli apostoli, e il Vangelo dalla lezione di Giovanni. La pagina del Vangelo si trova all’interno di quella parte dello scritto giovanneo che si può definire “Libro della gloria”, e che prende i capitoli 1320; ancora più precisamente, si trova all’interno di quello che è l’ultimo discorso di Gesù, quello dell’ultima Cena, che occupa i capitoli 1317.
Questo discorso è anche composto, come si vede proprio dal brano odierno, da dialoghi. Gesù risponde a Tommaso e a Filippo; prima aveva parlato con Pietro, mentre poco più avanti interverrà anche Giuda (non l’Iscariota). Si può chiamare questa parte della cena di Gesù – a partire dalla domanda di Pietro – quella “delle quattro domande”, e secondo alcuni esegeti potrebbe ricordare l’antico rituale del Seder pasquale ebraico. Gesù spiega, con le sue risposte alle interrogazioni dei discepoli, dove sta andando, il fatto che è bene che se ne vada, e come avverrà il suo ritorno. È un testamento, un “discorso d’addio” paragonabile a quello di Giacobbe che prima di morire benedice i figli (Genesi 49) o a quello di Mosè (l’intero libro del Deuteronomio) che si congeda da Israele e lascia le consegne a Giosuè. La domanda di Tommaso, al versetto 5, è un artificio retorico per consentire a Gesù di chiarire la sua frase «del luogo dove io vado, conoscete la via». Si tratta di uno dei tanti fraintendimenti di cui è costellato il Quarto vangelo: Gesù parla di una via diversa, mentre Tommaso vorrebbe avere indicazioni precise. La via è la relazione con una persona: Gesù, dicendo «Io sono la via, la verità e la vita», spiega che i suoi discepoli sanno già dove andrà, e sanno anche la strada per raggiungerlo, quando tornerà a prenderli.
Si tratta di una delle formule di autorivelazione di Gesù (formule «Io–sono»: il pane di vita; la luce del mondo; la porta delle pecore; il buon pastore; la risurrezione e la vita), quella in cui Gesù dice di essere la strada per il Padre. Se nel Primo Testamento la via e la verità sono modi per esprimere la Legge, che Gesù non è venuto ad abrogare, qui dice di essere la strada sicura e definitiva per l’incontro con Dio.
Subito dopo, la domanda di Filippo. È difficile dire cosa potesse avere in mente, o l’intenzione del testo. «Mostraci il Padre» è domanda simile a quella che i farisei avevano rivolto a Gesù alla Festa delle capanne («Dov’è tuo padre?»; 8,19) e quindi, forse, Filippo cerca un segno. Ma il punto è che quello che Gesù ha detto più volte e i discepoli non hanno ancora capito è arduo da comprendere, perché è ciò che distingue la fede cristiana da quella ebraica. L’affermazione «Chi ha visto me, ha visto il Padre» esprime il principio di incarnazione.
Gesù chiede ai suoi anzitutto di darsi di lui: è la fede il punto centrale, non tanto o soltanto il voler vedere o capire: Gesù invita i suoi a credere in lui, e per questo chiediamo anche noi a Dio di avere più fede.