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sabato 21 settembre 2024
 

Domenica 21 febbraio 2021 - I di Quaresima

Il lezionario della prima domenica di Quaresima è sviluppato intorno a quattro temi: il digiuno, evocato nelle parole di Isaia che rimprovera una pratica solo formale di un caposaldo della spiritualità giudaica; la preghiera di contrizione, che si ritrova nel toccante e noto Salmo “Miserere”; la presa di coscienza della caducità della nostra vita terrena, con l’invito a guardare verso l’abitazione celeste, cioè al Signore, rivolto da Paolo ai fedeli di Corinto; in„fine, la prova di Gesù nel deserto.

La versione di Matteo della tentazione del Signore prende l’avvio da quanto il Vangelo più antico, Marco, aveva già ricordato: lo Spirito «sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano» (Marco 1,12Ž13). Come Luca, però, Matteo aggiunge altri elementi.

Dopo la presentazione dei protagonisti (Gesù, lo Spirito, il diavolo) e il luogo della prima tentazione (il deserto) sono descritte tre prove, e in conclusione la partenza del diavolo e l’arrivo degli angeli. Ognuna delle prove comporta l’identi„ficazione di un luogo, la provocazione del tentatore e la risposta di Gesù con frasi tratte dal libro del Deuteronomio, ambientato proprio nel deserto: Bamidbar, “nel deserto” è il nome con cui gli ebrei chiamano l’ultimo libro della Torah.

Per le prime due prove il tentatore inizia con la formula «se sei Figlio di Dio», e questo si spiega perché nel quadro precedente, Gesù, appena ricevuto il battesimo da Giovanni, è proclamato «Figlio» dalla voce dal cielo. Un ulteriore elemento caratteristico di Matteo è che Gesù è tentato non perché «non mangiò nulla » (Luca 4,2), ma perché ha digiunato, come un vero ebreo osservante.

L’ordine dei luoghi in cui avvengono le tentazioni è caratteristico di Matteo (in Luca la seconda e la terza prova sono invertite): il diavolo porta Gesù dal deserto fino al tempio di Gerusalemme, e poi fuori dalla terra d’Israele, da dove può vedere tutti i regni del mondo.

Diverse interpretazioni sono state fornite per le prove di Gesù. Quella antica vede Gesù resistere alla gola, alla vanagloria, all’avidità, per ristabilire l’Adamo caduto, ma a ben vedere si tratta anche delle prove subite da Israele che esce dall’Egitto: Gesù, in questo senso, si mostra solidale col suo popolo. Senza scegliere una sola pista, grazie alla sua simbologia la pagina si lascia leggere in molti modi.

Un ultimo dettaglio riguarda il verbo usato dagli evangelisti: peirázo può signi„care “tentare” e “mettere alla prova”. In particolare, in Genesi 22,1 Abramo viene sì messo alla prova, ma da Dio (il verbo greco è ancora peirázo). Ciò spiega perché Gesù non è provato (o “tentato”) solo all’inizio del suo ministero: la prova ritornerà più avanti, e avrà come agenti i farisei (Matteo 16,1), o gli erodiani (22,18), o i dottori della Legge (22,35), e persino i discepoli. Fino alla fi„ne, sulla croce, Gesù è chiamato – come i suoi discepoli – a lottare contro il male.


18 febbraio 2021

 
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