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sabato 23 settembre 2023
 

Domenica 30 aprile 2023 - IV di Pasqua

Nel Vangelo di questa domenica Gesù si presenta come il buon pastore, spiega le caratteristiche di questa figura e ci ricorda di appartenere tutti all'unico gregge.

La prima caratteristica del buon pastore evidenziata da Gesù è la sua libera scelta di donare la propria vita per le sue pecore. Sono passate quattro settimane da quando abbiamo fatto memoria della passione e morte di nostro Signore, del momento in cui si è consegnato liberamente per essere crocifisso, subire la morte più scandalosa per permetterci di essere salvati dal dramma del peccato, per redimerci e spalancarci la strada della salvezza. In questo gesto vi è il segno dell’Amore più grande, quello che ha cambiato la storia dell’umanità e di fronte al quale non possiamo restare indifferenti. Con troppa facilità ci dimentichiamo il dono totale e libero vissuto dal Signore per ciascuno di noi, dovremmo averne maggiore coscienza e ricordarne la straordinarietà ogni volta che fissiamo il suo volto nel Crocifisso.

La seconda caratteristica del buon pastore richiamata da Gesù è la conoscenza di ciascuna delle sue pecore: non c’è nulla della nostra persona che sia nascosto a Lui e, nonostante le parti che fatichiamo a tollerare di noi stessi, Egli sceglie di amarci senza condizioni. Può capitare di vivere la tentazione di nascondere parte della nostra vita nella preghiera, come se ci fosse un ripostiglio dentro di noi del quale ci vergogniamo al punto tale da non lasciare entrare nessuno, neppure Dio stesso. Che illusi! Non c’è nulla di noi che è celato a Lui, togliamoci il peso di vergognarci di qualcosa di noi, che non riusciamo mai ad affidare a Dio, nella preghiera, nella confessione, nel silenzio. Il buon pastore conosce appieno ogni sua pecora e non la rinnega mai, per nessun motivo. Se esiste qualcosa che abbiamo pensato di nascondere a Lui fino ad ora, è giunto il momento di farci forza e affidargli il tutto di noi, ogni singola sfaccettatura, perché possa salvarci in tutto e per tutto.

Non solo il buon pastore conosce le sue pecore, ma esse conoscono Lui: il Creatore attraverso l’incarnazione ha permesso che le sue creature lo conoscessero, si è mostrato a noi, si è lasciato toccare fino al punto da farsi cibo per noi. Attraverso Gesù abbiamo conosciuto il volto di Dio: il volto del Padre misericordioso.

Verso la conclusione del passo del Vangelo, vi è un versetto particolarmente illuminante: «E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare». Il Signore fa riferimento a pecore che provengono da un altro recinto, che non si riconoscono nel gregge principale, eppure anch’esse devono essere guidate da Lui. Pensiamo a tutte le persone che si dichiarano senza fede, che l’hanno smarrita o si sono sentite allontanate dalla Chiesa; il buon pastore è cosciente della loro esistenza e non la ignora, anzi sa di doversi occupare anche di loro, di dover andare loro incontro, perché possano riscoprirsi oggetto del suo amore. Come fedeli, anche noi, dobbiamo mostrare il volto di una Chiesa che accoglie e accompagna, perché nessuno si senta escluso dalla salvezza che Dio ci dona.


27 aprile 2023

 
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