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mercoledì 04 ottobre 2023
 

Domenica 4 dicembre 2022 - IV di Avvento

L’ingresso del Messia

 

In questa IV domenica d’Avvento la liturgia della Parola ci propone l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. La scelta straordinaria del Signore è di entrare nella città in cui andrà incontro alla morte, alla morte più violenta, quella della croce, su di un’asina affiancata da un puledro. Colui che è Re si presenta come colui che è povero e semplice, umile come l’animale che cavalca. Questo contrasto tra la regalità di Cristo e la sua umiltà, tra la immensità divina e la piccolezza dell’uomo, ci aiuta a prepararci al Natale, momento in cui si manifesta la straordinaria scelta di Dio di incarnarsi, di spogliarsi della sua grandezza per rivestirsi della nostra umana fragilità. In quell’asina riconosciamo l’assoluta illogicità dell’Incarnazione, il valore incommensurabile di un Dio che si fa uomo, per salvare ogni uomo.
Riflettiamo allora sulla nostra immagine di Dio, sulle nostre aspettative nei suoi confronti, su come abbiamo desiderato avvenisse il suo ingresso nella nostra vita o stiamo attendendo che avvenga. Può capitare di aver recluso l’azione di Dio all’interno di atti straordinari, di credere che l’unica via possibile sia il suo imporsi nel nostro cammino: un ingresso trionfale di chi lascia il segno, di chi risolve i nostri problemi, di chi ci toglie da ogni intoppo senza chiederci il minimo sforzo, magari evitandoci quella scelta che non riusciamo proprio a fare, scegliendo Lui per noi. Non è così!
L’umiltà dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme ci testimonia di una delicatezza nel suo procedere: solo chi è attento può capire il valore di quell’uomo seduto su di un’asina. Siamo noi che abbiamo bisogno del rumore assordante e delle luci abbaglianti, Dio sceglie il silenzio e la discrezione. Mi chiedo allora: siamo capaci di riconoscere Colui che viene attraverso questo stile? Vogliamo fermarci per gioire di Colui che viene invitandoci a sposare la sua umiltà? Come potrà realizzarsi nella nostra vita l’umiltà: forse smettendo di urlare il nostro parere sovrastando quello altrui, forse riconoscendo la dignità degli ultimi accanto a noi, forse evitando che il successo sia l’unico valore che difendiamo con le unghie? Se sono incapace di farmi piccolo, rischio di emarginare nella mia vita Colui che ha scelto la strada della piccolezza.
Un altro dettaglio su cui soffermarsi è la folla, queste persone indefinite che precedono e seguono il Signore e acclamano «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!». Osanna è un saluto di reverenza e adorazione rivolto a Gesù, eppure in quella stessa città, sempre una folla (diversa? siamo davvero sicuri?), urlerà rivolta a quello stesso Salvatore «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Non è possibile, allora, ignorare la fragilità insita dentro noi. Accogliere Gesù è accogliere la sua parola, che orienti il nostro cammino e guidi le nostre scelte. Oggi innalziamo il nostro personale Osanna solo se siamo pronti a impegnarci e accettare lo stile umile di Colui che viene, farci piccoli per essere grandi ai suoi occhi.
 


01 dicembre 2022

 
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