Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 24 maggio 2025
 

Mamma felice, ma moglie infelice: «Mi sento più una badante gratis»

Gentile direttore, inizio col dire che ero molto scettica a pensare che il vostro giornale fosse contemporaneo e adeguato anche ai giovani d’oggi: mi sono dovuta ricredere. Quando ho conosciuto la mia adorata suocera (storica abbonata con tutta la sua famiglia da generazioni) ho avuto l’opportunità di andare oltre al pregiudizio e di leggervi e... pagina dopo pagina me ne sono innamorata. Adesso che mia suocera è disabile e non riesce più a gustarsi il vostro giornale, sono io a far l’abbonamento. La tradizione continua. Veniamo a me.

Provo – a fatica – a fare la moglie, la madre di due bimbi e la lavoratrice e penso di riuscirsi piuttosto bene. Ma la nota dolente, per me, è la coppia. Non esiste. Non esiste dialogo, non esiste condivisione di intenti, di prospettive future, di spazi, di gestione del denaro, di divisione dei compiti.

A guardare le altre famiglie sembra sempre che i mariti siano attivi su tutti i fronti: nell’aiuto domestico, nel supportare le attività dei figli, nell’occuparsi dei conti o di mansioni tipicamente maschili. Io non solo non ricevo quel tipo di supporto, ma non ricevo ascolto, supporto e... non mi sento proprio vista. Mi sento usata. Mi sento una badante, una baby sitter, una “mamma gratis” che non riceve nulla in cambio.

L’anno scorso in un periodo di particolare assenza fisica ed emotiva di mio marito, ho provato anche a contattare un legale ma poi mi è mancata la forza. E mi sono sentita una scema ad aver accettato tutto questo fino ad ora. In passato ho provato a convincerlo a un supporto psicologico per la coppia ma con scarso successo. Un piccolo periodo e poi nulla («mi sento scemo ad andare a farmi dire sempre le stesse cose»). Ormai da anni vado da sola in terapia, perché mi aiuta ad analizzare me stessa e i miei limiti. Ma mi sembra che il motore dei cambiamenti della coppia sia sempre dal mio lato e che quindi già questo dimostra un disinteresse totale da parte di mio marito. È come se si beasse del fatto che tutte le incombenze e tutto il lavoro faticoso che comporta la famiglia sia a mio totale appannaggio.

Trovo tutto questo assolutamente ingiusto e non so come uscirne senza danneggiare i bambini, che amplificano le mie paure e il mio immobilismo. Per concludere, mi sento felice e grata per i miei meravigliosi figli, per la mia crescita come persona, per le mie attività extra lavorative, ma assolutamente insoddisfatta sulla coppia. Non è quella che sognavo e non so, da sola, come porre rimedio. Che fare?

UNA LETTRICE

Cara amica, mi piacerebbe pensare che la tua storia sia unica, ma tante testimonianze di donne con anni di matrimonio alle spalle raccontano storie simili alla tua. Forse a volte si sposano ragazzi con l’ottimistica convinzione di cambiarli e se ne accettano così tutti i difetti. A volte l’amore giovanile accieca e ci si compiace all’inizio di servire l’uomo scelto, che, però, poi si abitua presto al ruolo di “signore” della casa.

A volte si tende a dare tutto per scontato senza coltivare il rapporto di coppia, l’uomo tende ad accomodarsi (come mostra il fatto che il tuo “lui” non accetta una terapia di coppia) e a favorire una distribuzione dei ruoli domestici e di educazione dei figli a discapito della donna, creando una situazione che poi si cristallizza nel tempo.

Poi la vita, i figli e quelle farfalle nello stomaco che volano sempre meno rendono sempre più insoddisfatti. Ma più il tempo passa più è difficile smuoversi dalla paralisi. Hai compreso che i ruoli che si erano definiti negli anni chiedono ora una revisione, che però ora non è automatica. All’improvviso quel fare tutto tu che prima recava gioia diventa una fatica immensa; e quell’uomo che ti eri scelta con tutti i suoi difetti è diventato ormai insopportabile.

L’ideale sarebbe poter crescere insieme e cambiare il modo di amarsi, perché la vita è cammino, evoluzione. Tutto nel tempo ci cambia. Bisognerebbe allora cambiare insieme, ma per questo è necessario un dialogo continuo, sincero, franco. Cosa non scontata, perché si è man mano presi dal lavoro e dai figli, che nei primi anni di vita assorbono tutte le energie.

E così, quando anni dopo si ritrova il tempo di guardarsi in faccia non ci si riconosce più. Sento di consigliarti di perseverare nella tua scelta e di riandare alle motivazioni che ti hanno spinto a scegliere quel marito e di averlo sposato davanti al Signore, alla presenza della comunità di amici, parenti e parrocchiani, che sono il vostro ambiente vitale. Non stancarti, però, mai di richiamarlo. Non far passare nulla per scontato. L’amore per i vostri figli e il loro bene ti sosterrà, ma non può giustificare tutto.

Prega, poi, per la vostra unione. La preghiera è uno strumento potente, spesso sottovalutato. Ti consiglio di dialogare con tuo marito, insistendo per un accompagnamento psicologico di coppia, ma anche con i tuoi figli di tutto quello che ti piace e che non ti piace della tua famiglia. Tira fuori in modo pacato le criticità che vedi e chiedi aiuto anche a loro per superarle. Ogni rilettura può aiutare a trovare nuove strade per accogliere i limiti della vostra coppia e ispirazioni utili per superarli. Anche se trovate una o più coppie amiche con cui condividere le fatiche e le gioie del vostro cammino può essere un valido ausilio.

Se, poi, fare terapia psicologica ti aiuta a conoscere te stessa, anche il dialogo con una persona spiritualmente preparata può aiutarti a rileggere la tua storia alla luce della chiamata di Dio a quella pienezza a cui, pur nella fatica di oggi, continuamente ti spinge. Anche una buona lettura può essere utile: Come sopravvivere a un matrimonio imperfetto ed essere felici (San Paolo) può offrirti qualche spunto interessante.


27 marzo 2025

 
Pubblicità
Edicola San Paolo